GLI ARTICOLI SU MONTEPIANO
Anno 1 - Numero 9

Esperienza teatrale nella scuola e nel comune di Neviano degli Arduini
"Alza gli occhi al cielo"

di Raffaella Sassi
Cronistoria dell'attività teatrale nevianese

2002/03 - “Alza gli occhi al cielo”
2003/04 - “Nekyia - viaggio negli inferi”
2004/05 - “Orlando Furioso”
                 “Nekyia - viaggio negli inferi” - versione completa
2005/06 - “Parsifal”
                  “Hiroshima”
                  “La Guerra dei Padri” (laboratorio teatrale)
2006/07 - “Decamerone”
                  “La Leggenda dei Giusti”
                  “Alcesti” (laboratorio teatrale)
2007/08 - “Quando i lupi vivono di vento”
                  “Lasciami andare, madre”
                  “Le guance in fiore - Piccola storia di Silvio
                    Monica, partigiano” (cortometraggio)
                  “Homo oeconomicus” (laboratorio teatrale)
Sei anni fa, riflettendo sulla mancanza di prospettive, sulla povertà culturale dilagante, sull’immagine spietatamente consumistica e brutale del mondo che venivano offerte-imposte ai ragazzini, le parole di Kant “Due cose riempiono l’animo umano di ammirazione e venerazione sempre crescente (…): il cielo stellato sopra di me e la legge morale in me.” riprendevano vita.
Ad esse si sovrapponevano quelle di Chaplin, alla fine de “Il grande dittatore”, “Guarda in alto, Anna”.
Cominciò così questo percorso teatrale, guardando le stelle e cercandovi le storie, i sogni di ognuno di noi e di tutti, i segni, la musica, la bellezza, la speranza, il mistero.
Ci si trovò tutti con il naso per aria a scrutare il cielo notturno, cercando Orione, il grande cacciatore, Callisto, la più bella, e lo spietato Licaone.
Una sera di giugno, al crepuscolo, tra gli alberi del Monte Fuso, le storie delle stelle ripresero vita con le parole dei ragazzini che ci mettevano la loro, di vita, mescolate agli inni orfici e ai pensieri di Eraclito. Quando poi la notte si fece completamente buia, una strana processione di bambini, ragazzini e adulti arrancò fino a una radura, dove una giovane appassionata del cielo indicò le diverse costellazioni mentre i ragazzini ne narravano il mito.
Ecco, parlare di questa esperienza di teatro è rivivere una serie infinita di momenti toccanti, dall’innocenza di Parsifal che si aggira per il borgo di Quinzano al pianto di Orlando dietro la chiesa di Neviano, dalle ragazzine che, affacciate al ponte sul Rodano, declamano al mondo le terzine dantesche sul dolore del Conte Ugolino e l’amore di Paolo e Francesca alle voci dei giovani che, con i loro personalissimi nomi di battaglia, sono di nuovo pronti alla Resistenza. E’ anche risentire le chiacchiere ed i maldestri tentativi di conversazione in un francese improbabile, ma pur sempre francese, dei ragazzi di Neviano con i coetanei francesi, spagnoli, rumeni. E’ rivedere il sorriso, colmo di gioia e di fierezza, di ciascuno di loro al termine di ogni rappresentazione.
Tra le caratteristiche peculiari di questa esperienza vi è il fatto di non aver separato ciò che si faceva durante le cosiddette attività disciplinari ed il teatro, che invece è diventato un’opportunità in più per appropriarsi e trasformare i contenuti, dando loro un senso nuovo. Tutti sono stati coinvolti, tutti hanno dato il loro contributo e tutti hanno avuto la soddisfazione del lavoro fatto, tutti si sono confrontati con un orizzonte più vasto grazie ai festival internazionali a cui si è partecipato (Tarascon) e si partecipa (La Ciotat). Proprio i ragazzi più demotivati, quelli che a volte fanno i prepotenti o i gradassi, i disinteressati cronici, hanno superato l’insicurezza e recuperato l’autostima mancante, alla base di solito di questi comportamenti. Hanno scoperto di valere.
Quando il gruppo di partenza nel 2005 si è trovato a dover lasciare la scuola media per le scuole superiori, è emersa la richiesta di continuare ugualmente il cammino intrapreso. Il Sindaco e l’Assessore alla Cultura hanno creduto nella validità del progetto, lo hanno finanziato e continuano a finanziare in modo consistente sia l’attività scolastica sia il laboratorio. E’ nato così il laboratorio comunale per adolescenti, ma aperto a tutti, come intervento sul disagio giovanile.
Il primo anno i ragazzi si sono posti in prima persona il problema della scelta che i loro coetanei di cinquant’anni prima avevano compiuto entrando nella Resistenza per difendere valori sempre attuali; dopo immedesimazioni, letture e ricordi, è nato lo spettacolo “La Guerra dei Padri”, che è stato rappresentato in vari luoghi: a Tizzano all’apertura de “L’Ermo colle”, al Museo della Resistenza di Sasso, al Museo Cervi di Campegine, a Tarascon in Francia, a Parma per le Celebrazioni del 25 aprile.
L’anno seguente i ragazzi hanno scelto di ritornare al mondo archetipico, attorno ai grandi temi della vita, della morte e dell’amore: così ha preso forma “Alcesti”.
Questi spettacoli, grazie al forte impatto emotivo che provocano ed alla complessità cui danno voce, hanno riscosso un grande successo presso la popolazione, coinvolgendo anche persone poco abituate a tematiche di questo tipo. 
Quest’anno il laboratorio sta attraversando una fase di trasformazione, sta diventando più teatrale. L’ultimo lavoro, “Homo oeconomicus”, è stato rappresentato in estate presso la Corte Bertogalli di Neviano.
Un aspetto positivo dell’esperienza complessiva è legato proprio ai luoghi in cui si rappresentano i lavori e che spesso sono una riscoperta anche per gli stessi abitanti.
L’Amministrazione comunale, ed il Sindaco in particolare, ha creduto in questo progetto e continua a finanziare in modo consistente sia l’attività scolastica sia il laboratorio.
Alla domanda frequente sul perché siano sempre stati affrontati temi complessi, oscuri, dolorosi, forse la risposta è proprio nella notte, simbolo di oscurità e di profondità, ma anche di risorse da scoprire e riscoprire.
Questa esperienza, in cui vi è un continuo rimando tra contenuti culturali ed aspetti personali ed espressivi dei ragazzi, è un viaggio nell’uomo, nella sua storia, nella sua poesia. Permette davvero di alzare gli occhi verso un orizzonte più vasto di quello angusto del quotidiano qui ed ora, soprattutto in un ambiente rurale.
Quale che sia l’evoluzione futura, rimane un’esperienza incancellabile, faticosa per chi l’ha vissuta dati i continui ostacoli di ogni genere, ma che ha portato una comunità ad aprirsi sia verso l’esterno, verso il mondo, sia verso la profondità dell’umana conoscenza, con una passione, un’intensità decisamente rara ai nostri giorni. Pensare alle cronache quotidiane sul bullismo o sul vuoto dei giovani d’oggi e rivivere le emozioni trasmesse proprio dai ragazzi di qui in tanti momenti ci fa ricordare che proprio i giovani, con la loro energia e la loro progettualità, ricordando trasformano e ci offrono il futuro.
Le foto da 1 a 6 sono tratte dallo spettacolo “Nekyia - viaggio negli Inferi” a Langhirano nel maggio 2006. La foto 7e tratta da “Alcesti - il gioco della vita e della morte” nella Corte Bertogalli di Neviano Arduini il 4 agosto 2007.