GLI ARTICOLI SU MONTEPIANO
Anno 1 - Numero 8

A Mulino di Bazzano, sulla riva parmense dell'Enza
La Repubblica dei Poeti
vi operano Corrado Costa, Adriano Spatola e Giulia Niccolai

di Athos Nobili
Col suo nome di donna, l'Enza ha ispirato molti poeti, a cominciare da quel Francesco Petrarca (1304-1374) che, nell'estate del 1341, soggiornò a Selvapiana, riprendendovi la composizione, in latino, del poema "Africa", incentrato sulla seconda guerra punica e sul trionfo del condottiero romano Scipione.
A Mulino di Bazzano, un pugno di case sventagliate sul versante parmense al di là del fiume, quasi di fronte alla canossana Selvapiana, giunse, negli anni settanta, il poeta fiumano Adriano Spatola (1941-1988), già noto per il romanzo "L'oblò" e per il volume "Verso la poesia totale" e profugo del "Gruppo 63", così chiamato dal convegno che, nel 1963, a Palermo, ne vide la nascita. Con lui c'era la milanese Giulia Niccolai (1934-1988), autrice del romanzo "Il grande freddo" e della raccolta delle "Poesie concrete" di Humpty Dumpty e redattrice della rivista letteraria "Quindici", diretta da Nanni Balestrini e Alfredo Giuliani. Lei pure "fuoriuscita" per divergenze sul modo di fare poesia e cultura. Ad accoglierli fu il poeta e avvocato Corrado Costa, amico di Spatola fin dai tempi della rivista letteraria "Malebolgie" e del "Gruppo 63".
Di quel soggiorno che, nel tranquillo e ridente lembo del comune di Neviano degli Arduini, decretò l'avvio di una vera e propria "Repubblica dei poeti", parliamo con Ermanno Beretti frequentatore abituale del "circolo" di Mulino di Bazzano in cui nacque anche la rivista internazionale di sperimentalismo poetico "Tam Tam", co-diretta da Spatola e dalla Niccolai.
Come era organizzata la Repubblica dei poeti di Bazzano?
"Spatola ne era il capo. I poeti erano contemporaneamente autori, editori, tipografi e distributori delle loro opere. Si trattò di una esperienza unica.
Mulino di Bazzano diventò punto di riferimento di vari letterati...
Ebbe ospiti di fama internazionale come Nanni Balestrini, Antonio Porta, Emilio Villa, Sebastiano Vassalli, Achille Bonito Oliva, Giorgio Manganelli e Luciano Anceschi".
Già allora Anceschi trascorreva l'estate a Vetto...
"Aveva una casa a monte del capoluogo, vicino a Braglia e Casa Bertè, che adesso è abitata dal figlio Giovanni, membro (insieme a Davide Boriani, Gabriele De Vecchi e Grazia Varisco) del 'Gruppo T' di arte cinetica e programmata".
Lei ha conosciuto Costa a Mulino di Bazzano?
"No. L'ho conosciuto nel 1973, a Milano, dove frequentavo l'Accademia di Brera. Ci siamo incontrati nella galleria di Porta Ticinese, punto d'incontro di parecchi artisti, di cui Corrado era l'animatore. Nel 1978 propose la rassegna  'La terza r di Barroco': una risposta chiara e precisa a quella che si poteva definire la politica del riflusso. Diventammo amici e diventai anch'io a partecipare ad iniziative della galleria. D'estate ritornavo a casa a Vetto, perchè allora mia madre abitava a Spigone, e andavo spesso a Mulino di Bazzano a trovare Costa. Lì ho conosciuto e apprezzato Spatola e la Niccolai...".
Con Corrado Costa ha collaborato in alcune opere...
"Per un mio quadro, di grandi dimensioni, in cui spiccava una ghigliottina che tagliava della piume, Corrado scrisse la poesia 'Le piume di Robespierre'. Nel 1979, il Comune di Castelnuovo Monti mi incaricò di organizzare una serie di 'incontri d'arte' dedicai una serata, quella del 17 luglio, alla poesia, con Corrado Costa e Giulia Niccolai. Nel 1986 organizzai, sempre a Castelnuovo Monti, una mostra sulla Pietra di Bismantova dal titolo 'Bis/Mantova Bis. Genesi di uno stereotipo'. Corrado partecipò con un'opera interessantissima (due cartoline con immagini di Mantova) e con altri quadri. Era uno sperimentatore nato che agiva a tutto campo. Purtroppo, in un nevoso giorno di febbraio 1991, morì..."
Quale è stata l'eredità di Corrado Costa?
" E' venuto meno un poeta di notevole spessore, un ottimo animatore culturale e creatore di grandi eventi. Ci ha insegnato ad andare controcorrente e a tentare strade sempre nuove e inesplorate. Queste caratteristiche sono state evidenziate dall'iniziativa 'Il sognatore sognato. 50 monumenti per Corrado Costa' che l'Assessorato alla Cultura del Comune di Reggio Emilia e i Civici musei gli hanno dedicato nel decimo anniversario della scomparsa. Ho partecipato con 'Un busto di buona sostanza alimentare', la mortadella, che assomiglia al marmo e che può essere definito 'il granito emiliano morbido'. Si tratta di un monumento da conservare in frigorifero, per mantenere un ricordo fresco. Credo che sarebbe piaciuto a Corrado, perchè lui amava tantissimo l'ironia".
Cosa si potrebbe fare per valorizzare la "Repubblica dei poeti" di Bazzano?
"Il Mulino potrebbe diventare il fulcro di un eco-parco della poesia; ne ha tutte le caratteristiche storiche, culturali, letterarie e ambientali. Tra l'altro, un'iniziativa così ambiziosa potrebbe rilanciare una fascia di confine tra Reggio e Parma che, in un lontano passato, è stata al centro del mondo grazie all'azione politica della Contessa Matilde di Canossa e alla presenza, a Montefalcone, di Fra' Salimbene de Adam".
Corrado Costa

Nato a Mulino di Bazzano (Parma) nel 1929 e morto a Reggio Emilia nel 1991, Corrado Costa è stato avvocato e poeta, ma anche animatore culturale, disegnatore di fumetti, attore e pittore.

Corrado Costa ha pubblicato, tra l'altro,"Pseudobaudelaire" (1964), "Blanc"(1968), "L'equivalente" (1969), "Inferno provvisorio" (1971), "Per una terapia delle ombre" (1971), "Tre poemi-flippers" (1972), "Le nostre posizioni" (1972), "Invisibile pittura" (1973), "Santa Giovanna Demonomaniaca" (1973), "La soddisfazione letteraria" (1976), "La pietra colectiva-Canciones con movimento" (1978), "Poesie del corpo e della voce" (198'0), "Volubile Volatile" (1982), "The Complete Films" (1983), "Nero e bianco" (1986), "Il fiume" (1987)

Operatore culturale
Amico di Antonio Porta, Giorgio Celli, Adriano Spatola e Nanni Scolari, ha creato con loro la rivista letteraria d'avanguardia di stampo parasurrealista "Malebolge". Dopo la partecipazione (seppure in posizione marginale al "Gruppo 63", è diventato sodale di Giulia Niccolai, Patrizia Vicinelli, Alfredo Giuliani e Nanni Balestrini. Quest'ultimo lo ha fatto entrare a contatto col "Verri", la rivista (fondata, nel 1956, dal critico e docente universitario Luciano Anceschi) sostenitrice dell'autonomia della letteratura nei confronti di ogni impegno morale o politico.