GLI ARTICOLI SU MONTEPIANO
Anno 7° - Numero 74
NEVIANO DEGLI ARDUINI:
A RISCHIO LA CHIESA DI CASTELMOZZANO
Una frana sta minacciando questo gioiellino storico-architettonico del XIV secolo e la viabilità della Val Toccana
Nella notte fra il3 e il4 maggio, è "partita" una grossa frana che ha sconvolto la Val Toccana, provocando in pochi giorni un distacco di una decina di metri dalle fondazioni della trecentesca chiesa di Castelrnozzano di Neviano degli Arduini e compromettendone la stabilità.
Sono circa 1.200 metri quadrati di querceti che, dislocati in una zona a strapiombo e pressoché impraticabile, si muovono, da una profondità di 3-4 metri, verso la strada provinciale 36, la fondovalle della Toccana e la località Lago di Castel mozzano. Sia l'interno sia l'esterno dell' edificio di culto, dedicato a San Giacomo e abbellito con il contributo dei parrocchiani soltanto quattro anni fa, presentano varie crepe, specialmente tra l'abside e l'unica navata, e le due campane, una piccola e una grande, sono diventate mute. Per bloccare i massi che stanno per rotolare sulla "36", l'Amministrazione provinciale ha predisposto, sul ciglio della strada, un dosso di terra alto circa un metro e lungo 80 metri. Evidenti e più che giustificate le preoccupazioni degli abitanti di questo territorio, ricco di falde freatiche e di fontane sorgive, e dell'Amministrazione comunale, tant'è che, mercoledì 7 maggio, il sindaco Alessandro Garbasi ha emesso l'ordinanza di inagibilità della chiesa e cerca di fronteggiare al meglio l'emergenza. Sempre il 7 maggio, il geologo Giovanni Bertolini della Regione Emilia Romagna ha effettuato un sopralluogo. "È un movimento franoso - ha commentato Bertolini - molto complesso per le sue dimensioni, la sua profondità e per la notevole pendenza del piano di scorrimento. Inizieremo subito i primi sondaggi e i primi prelievi e li comunicheremo tempestivamente al competente Bacino Idrografico affinché possa intervenire al più presto". A detta dei tecnici, sono circa 4.500 i metri cubi di terra che stanno scendendo verso la Val Toccana, abbattendo un centinaio di grosse querce e lasciando completamente nuda una parete ripidissima la cui tenuta, in caso di intensa e persistente piovosità, era assicurata proprio dalle radici di queste piante.
Nelle immagini, il punto in cui la frana ha lesionato le fondamenta della chiesa.