GLI ARTICOLI SU MONTEPIANO
Anno 7° - Numero 71
BADIA CAVANA E DINTORNI
D.ssa Lida Copes
Il paesaggio che circonda l'antica Chiesa di Badia Cavana colpisce il visitatore per la molteplicità di aspetti, che sono la risultanza della fervida attività di chi abita la valle del Parma.
I campi coltivati, i vigneti e gli impianti arborei stanno a dimostrare che l'agricoltura ha caratterizzato sempre l'operosità degli abitanti della zona.
In tempi più recenti la lavorazione del prosciutto di Parma ha dato al paesaggio un'impronta più ampia e moderna, testimoniata dai numerosi stabilimenti di stagionatura che sono sorti lungo le direttici vi arie principali. Le strade, infatti, fanno da collegamento fra l'antico e il moderno, il lontano e il vicino.
Un tempo era la Via del Sale a collegare la Pieve di Badia Cavana con le altre valli, facilitando il percorso dei pellegrini che nella chiesa trovavano riparo, ristoro e luogo di preghiera. Lungo il tracciato della stessa via sorsero, in epoche diverse, numerosi Oratori, alcuni ancora in perfetto stato di conservazione, come l'Oratorio di San Rocco, nella zona bassa di S. Michele Cavana, affidato alle cure delle famiglie Grassi, Marchesi ed Ubaldi. Ogni anno, il16 Agosto, nella ricorrenza del Santo vi viene celebrata la Messa.
Altri Oratori invece sono andati completamente distrutti, o dalle intemperie, o dall'incuria dell'uomo. L’Oratorio di Sant'Agata, costruito in località Cavo nel 1779, subì alterne vicende dovute alla successione dei proprietari originari del fondo, la famiglia Volpi.
Già da tempo sconsacrato e adibito a fienile, all'incirca nel 1970 venne abbattuto per costruire l'ampliamento di una stalla.
Nella zona però ne esistevano altri e precisamente quello di San Domenico in località Corte a Bersatichello e a Bersatico, in località Pozzi, dove sorgeva l'Oratorio di Santo Stefano, in una posizione panoramica mozzafiato. La particolare bellezza del luogo aveva indotto altri ad abitarlo, perché pare che vi esistessero insediamenti addirittura nell'età del bronzo.
Le caratteristiche tipiche dei percorsi dei pellegrini, valorizzate dal loro passaggio, si assommano nel tratto della Via del Sale vicino a Badia Cavana: posizione panoramica, zone riparate, crocevia di incontri e punti di aggregazione.
L’antica Chiesa di Badia Cavana domina il tutto, guardando la valle al riparo di una fresca e verdeggiante pineta, oggi intitolata all'on. Franco Aimi. La vegetazione è rigogliosa e degna di considerazioni preziose sul patrimonio botanico, del quale offre esempi molteplici. Esistono siepi autoctone di vecchio tracciato, che costituiscono l'habitat naturale di diverse specie di animali e di insetti. Cresce poi, nei paraggi della chiesa, una pianta di fico ritenuta secolare, esempio arboreo spontaneo di biodiversità e per questo studiata e classificata da molti esperti. La coltivazione del fico era praticata dai monaci nei luoghi dove sorgevano insediamenti religiosi o civili, per il valore nutritivo e l'apporto zuccherino dei frutti stessi. Anche Badia Cavana dunque annovera, fra le diverse tracce della storia passata, piante antiche durate nel tempo.
La chiesa offre la vista sul piccolo borgo antico denominato Cavo, proprio a ricordo dell'antica cava di pietra arenaria dalla quale vennero ricavati i blocchi che servirono a costruire la chiesa stessa. E non lontano, sulla sponda destra del torrente Parma, sorgeva il Mulino di Renano (nel XVII secolo citato in documenti come "Antico mulino della Badia") e non è difficile immaginare quale fosse stata la sua origine visto che, fin dall'epoca medievale, ogni insediamento demografico che si rispettasse doveva avere il proprio mulino per macinare il grano. La zona è ricca di coltivazioni cerealicole e si ha notizia anche di antiche coltivazioni di ulivo a dimostrazione di un microclima particolarmente prezioso. Le correnti d'aria salmastra e particolarmente asciutta, provenienti dalla zona meridionale della Val Parma, profumate dalle pinete della Versilia e dai folti castagneti, attraversando lo spartiacque appenninico lasciano il salmastro e portano nella vallata il Marino, il venticello dai benefici effetti che consentono la lavorazione del prosciutto crudo di Parma.
La quiete dei luoghi, dal tocco lontanamente mistico, e la bellezza del paesaggio, non disgiunte dal culto atavico per la cucina e la buona tavola, rendono Badia Cavana e dintorni un luogo da visitare.
Un bel capitello del nartece.
"Un tempo era la Via del Sale a collegare la Pieve di Badia Cavana con le altre valli, facilitando il percorso dei pellegrini che nella chiesa trovavano riparo, ristoro e luogo di preghiera ".
"L'antica chiesa di Badia Cavana domina il tutto, guardando la valle al riparo di una fresca e verdeggiante pineta ... ".