GLI ARTICOLI SU MONTEPIANO
Anno 6° - Numero 67
NEVIANO DEGLI ARDUINI: ALESSANDRO BERTANTE
VINCE IL "PREMIO MONTE CAIO"
Al secondo posto, ex aequo, Valeria Varesi e Paolo Rumiz
di Matteo Ferzini
Quattro opere letterarie, diversissime tra loro ma unite da un particolare filo conduttore: la montagna, come ambientazione ideale per creare mistero, leggende, studiare il passato e immaginare un futuro. Ancora oggi e da sempre la montagna, con le sue caratteristiche, il suo modo di vivere, i suoi miti, ispira una propria letteratura. Per salvare, promuovere e conservare questa letteratura, anzi questa cultura della montagna, è nato due anni fa il Premio nazionale di cultura Monte Caio, giunto quest'anno alla sua seconda edizione e nato per l'impegno dei comuni di Tizzano Val Parma, Neviano degli Arduini, Palanzano, Corniglio e Parco delle valli del Cedra e del Parma, a cui quest'anno si sono aggiunti la partecipazione di Comunità Montana- Unione dei Comuni Parma Est, Parco dei Cento Laghi, il patrocinio di Regione Emilia-Romagna e Provincia di Parma e il sostegno dei Consorzi del Prosciutto di Parma e del Parmigiano Reggiano.
"Montagne ed Appennini, storie ed emozioni tra realtà e finzione" era il tema che quest'anno ha indicato la selezione dei quattro libri finalisti, appartenenti ai generi più diversi. Dal giallo, con Appennino di Sangue. Tre casi per il maresciallo Santovito di Francesco Guccini e Loriano Macchiavelli (Mondadori, 2011) al racconto del viaggio di Paolo Rumiz attraverso Alpi e Appennini in La Leggenda dei monti naviganti (Felrrinelli, 2007), dal romanzo srorico ambientato durante la Resistenza, La sentenza di Valerio Varesi (Frassinelli, 2011) al romanzo di fantascienza, ambientato in un possibile futuro, Nina dei Lupi di Alessandro Bertante (Marsilio, 2011). Ognuna di queste storie, tutte ambientate nei territori dell'alta montagna italiana, è stata scelta in quanto incarnazione del fascino della montagna, della sua unicità anche culturale e letteraria. "La montagna è luogo di conservazione, di nascita, ma anche di mistero: è dotata da sempre di un suo spirito che non si lascia mai scoprire del tutto, splendida, ma anche riservata", così ha presentato il tema Giuseppe Marchetti, critico letterario e relarore del premio "Monte Caio", alla cerimonia di premiazione svoltasi a Neviano Arduini.
Il 15 settembre scorso, nella palestra comunale di Neviano, allestita per l'occasione con stand di case editrici locali o strettamente legate alla letteratura di montagna, sono stati molti gli ospiti che si sono riuniti per l'evento, in rappresentanza dei Comuni partecipanti e delle aurorità che appoggiano l'iniziativa. Hanno aperto l'incontro i sindaci di Neviano Alessandro Garbasi e di Tizzano Amilcare Bodria, che hanno ringraziato tutti coloro che hanno collaborato alla realizzazione di quest'edizione; presente Andrea Zanlari della Camera di Commercio, membro della giuria per il premio, che ha ricordato come intorno alla zona dell'Appennino, in particolare intorno al massiccio del monte Caio da cui si dipanano le principali valli parmensi, ci sia sempre stata un' officina creatrice di cultura comune e di importanti personalità letterarie e storiche. Concetto, questo, ribadito dal senatore Fabio Fabbri, presidente della giuria, dopo aver delineato nell'Appennino parmense una propria "piccola Patria" comune, ne ha evidenziato nel suo intervento il valore odierno di nuova culla di cultura:
"È confortante constatare che, mentre l'Italia sta attraversando il periodo più buio della sua storia unitaria, si moltiplicano ovunque i festival e i premi letterari, anche nei centri minori. Il Premio Monte Caio non deve essere un fuoco di paglia, deve diventare appuntamento permanente, deve essere una conquista che dura nel tempo perché ha una valenza di alta civilizzazione, per noi e per chi verrà dopo di noi".
I presenti hanno colto l'occasione per tracciare un ricordo dell'amico comune Mario Rinaldi, professore e scrittore nevianese scomparso lo scorso dicembre e a cui è stato dedicato il "Monte Caio" del 2013: appassionato di cultura in tutti i suoi aspetti, estimatore di Verdi e, soprattutto, ricercatore instancabile per tutto ciò che riguarda la Resistenza nei territori del nevianese e dintorni, periodo storico cui ha apportato importanti contributi e ricostruzioni.
Proprio per rendere omaggio alla sua figura si è deciso di ambientare nella "sua" Neviano la cerimonia di premiazione.
È quindi seguita la presentazione dei romanzi in gara, al termine della quale è stato decretato il vincitore del premio di cultura: il primo posto è andato a Nina dei lupi di Alessandro Bertanre, nel quale l'autore disegna un ipotetico futuro distrutto da una non definita "sciagura" e nel quale i superstiti sopravvivono in una zona di montagna dell'Appennino bolognese.
La storia della rifondazione di una società civile in mezzo alla natura si unisce qui alla vicenda della protagonista, Nina, e del suo amato Alessio; l'autore stesso ha presentato la sua opera parlandone come di un "romanzo di religione, ma che non ha a che fare con la religione odierna: piuttosto un recupero dell'aspetto più mistico e naturale della religione e dei miti di fondazione nati in queste zone e che stanno all' origine della stessa cultura occidentale".
Il secondo posto è stato assegnato ex-aequo a La Sentenza, primo romanzo storico di Valerio Varesi tratto da una vicenda reale della Guerra di Liberazione nell'Appennino parmense, e all'appassionante resoconto di viaggio La leggenda dei monti naviganti di Paolo Rumiz.
I premi sono stati consegnati da Agostino Maggiali, assessore provinciale al Turismo, e Gabriele Ferrari, consigliere della Regione Emilia Romagna. Al termine della cerimonia di premiazione, accompagnata in musica dalle opere verdiane in chiave jazz, i presenti hanno potuto degustare le migliori specialità della zona presso lo stand allestito dagli sponsor del Parmigiano Reggiano e del Prosciutto di Parma.
Sopra: Alessandro Bertante riceve il premio dal consigliere regionale Gabriele Ferrari.
Sotto: Il sindaco di Neviano degli arduini Alessandro Garbasi
Valerio Varesi premiato dall'assessore provinciale al Turismo Agostino Maggiali.
"È confortante constatare che, mentre l'Italia sta attraversando il periodo più buio della sua storia unitaria,si moltiplicano ovunque i festival e i premi letterari, anche nei centri minori.
Il Premio Monte Caio non deve essere un fuoco di paglia, deve diventare appuntamento permanente, deve essere una conquista che dura nel tempo perché ha una valenza di alta civilizzazione, per noi e per chi verrà dopo di noi".