GLI ARTICOLI SU MONTEPIANO
Anno 6° - Numero 62
LA PIEVE DI SASSO E L'ANNUALE "FESTA MATILDICA"
Questa chiesa millenaria è diventata un importante crocevia di rievocazione e di studi sulla Grande Contessa
di Rosina Trombi
Nel romanzo Matilde. Una paziente mediatrice tra Impero e Papato - a pag 146 - Alessandro Carri segue la Contessa nei suoi spostamenti quotidiani, a cavallo e con poco seguito, nelle località circostanti le dimore di volta in volta abitate dalla Corte: Carpineti, Bianello, Canossa.
« ... A Canossa si permetteva di cavalcare più a lungo, nell'ampio spazio dei monti circostanti [...].[...] Con doverose soste, si spingeva verso Cerredolo dei Coppi, Vercallo oppure Monchio delle Olle, Trinità, fino a Vedriano e Vetto, attraversando l'Enza per inerpicarsi sulla costa opposta, a Neviano e Sasso e sostare presso una delle sue chiese più belle".
La Pieve Matidica di Sasso, appunto.
La Chiesa sorge su una rupe, dominante le vallate all'intorno; dedicata a Maria Assunta, poi elevata a Santuario di Santa Maria Madre della Chiesa da mons. Evasio Colli, nel 1965, essa fu edificata nell'XI secolo, per volere di Matilde di Canossa.
La prima citazione riguardante il Monumento risale al 1005; si tratta di un atto di donazione di un mulino sul Lorno, da parte del vescovo Sigifredo II, alla Chiesa di S. Giovanni di Colorno e, tra i fìrmatari del documento, fìgura "Stabil
Archipresbiter Sanctae Mariae de Saxo". Il reperto lapideo più antico è conservato nella navata destra: è una pietra che reca incisa una scritta in cui l'Arciprete Giustino (o Giuliano) invita i fedeli a pregare per lui peccatore.
La facciata è suddivisa in tre parti incorniciate da lesene e tutto il perimetro esterno dell' edificio è ornato da archetti pensili.
L'interno è a tre navate, sfocianti in altrettante absidi di mirabile armonia, con sei arcate per lato, sorrette da grandi colonne di pietra.
Il soffitto di legno, a capriate, è ricoperto da lastre di pietra locale; sempre in pietra il pavimento, in salita verso l'altare.
La luce fìltra da alcune monofore molto strombate e da una bifora situata sopra il portale di ingresso; l'austerità e l'armonia del tempio sono di per sé un invito al raccoglimento, alla pace, alla preghiera. Il fonte battesimale, ricostruito con lastre ritrovate negli anni Cinquanta del secolo scorso, è di fattura posteriore (l150).
È a pianta ottagonale e presenta, in bassorilievo, simboli e fìgure spesso ricorrenti nella scultura medioevale: un grifone, un presbitero in atto benedicente, il leone di S. Marco, S. Marteo che regge il Vangelo (formelle originali attribuite a maestranze antelamiche ) e ancora - ma di recente fattura - il toro alato di S. Luca e l'aquila di S. Giovanni, opera dello scultore contemporaneo Scorticati.
Da una pergamena del 1230, relativa alla regolamentazione delle decime, la Pieve di Sasso risulta essere tra le più importanti nel territorio parmense, avendo sotto la propria giurisdizione ben 13 cappelle: Mozzano, Selvazzano, Ceretolo, Cedogno, Urzano, Lodrignano, Vezzano, Pietta, Moragnano, Madurera, Antignola, Campora, Inzolo.
La strada che dalla Provinciale di Scurano conduce alla Pieve è stata intitolata di recente a Rainerio da Sasso, signore del luogo, gran dignitario di Corte della Contessa Matilde.
Dopo l'entrata in vigore della Legge 44 del 1989, sulla "Promozione e valorizzazione delle zone Matildiche in Emilia Romagna" (che riguarda, in provincia di Parma, Neviano degli Arduini e Palanzano, cui si aggiunse in seguito Lesignano de' Bagni) ciascuno dei comuni inclusi nel territorio matildico si impegnò nel realizzare una manifestazione annuale di commemorazione della Contessa.
I tre Comuni del Parmense scelsero - naturalmente - come luogo della manifestazione, la Pieve di Sasso presso la quale - da allora - si svolge ogni anno, nella domenica di luglio più prossima alla data di morte di Matilde - 24 luglio 1115 - una festa, che richiama gente dalla città e dalle vallate circostanti.
Ne è stato coordinatore, fìn dall'inizio, Tullio Gelmini, allora assessore alla Cultura del Comune di Neviano, che in seguito ha continuato e continua tuttora a curare la realizzazione dell'evento, mantenendo i contatti con i diversi "attori", validamente coadiuvato dal Comune e dal parroco Giandomenico Ferraglia.
Quest'anno ci si avvarrà di uno speciale supporto dalla "Fondazione Andrea Borri" di cui è presidenre il dottor Bernardo Borri.
Gli inizi furono piuttosto "naif": il pomeriggio di festa presentava già le iniziative che sarebbero divenute abituali, dalla Messa solenne, al concerto, alla cena "matildica", nella pineta che circonda la Pieve ...
Ma il corteo era ancora numericamente esiguo, i costumi dei fìguranti, presi a noleggio, un po' approssimativi ... , anche se l'entusiasmo e la buona volontà supplivano alle inevitabili carenze. Poi i circa 120 abitanti di Sasso (oggi sono un po' meno di 100), per la maggior parte maturi o addirittura anziani, "scoprirono" Quattro Castella e la sua grandiosa manifestazione e chiesero aiuto, prontamente fornito con grande generosità.
Il regista Giuliano Grasselli mise in contatto gli organizzatori con fìguranti e cavalieri e fornì altri costumi. Poi ci si rivolse agli studenti dell'Istituto I.P.S.I.A di Parma, settore moda e sartoria, che sotto la guida di alcuni Insegnanti, e con la supervisione della Sarta del Teatro Regio - scelsero le stoffe e realizzarono costumi su misura per diversi personaggi, ispirandosi alle miniature tratte dal testo di Donizone, storico ufficiale di Matilde. Così, sulla strada che sale fìno al sagrato, poterono magicamente comparire Matilde in visita a Rainerio, Arduino della Palude col figlio Guido, il Vescovo di Parma Bernardo degli Uberti, il Priore, i monaci, le dame e i cavalieri delle Cappelle soggette alla Pieve, cui si aggiunsero via via le danzatrici di Corre, alcuni artigiani, numerosi popolani.
Grande interesse per la manifestazione dimostrò sempre anche il famoso storico di Matilde e della sua opera, Lino Lionello Ghirardini, che vi partecipò ogni anno e lasciò "in eredità" un copione da lui ideato e composto, che fa rivivere l'incontro tra Matilde e Rainerio e l'omaggio alla Contessa dei dignitari della sua Corte.
Negli ultimi anni la festa è stata un po' ridimensionata, sia per scarsità di mezzi, sia per l'inevitabile diminuzione dei partecipanti locali, dovuta, senza dubbio a ... fattori anagrafici.
La Messa, il concerto e la cena sono stati organizzati con la consueta cura, ma il corteo si è ridotto e i personaggi principali si sono limitati a sfilare, recandosi in Chiesa per la cerimonia religiosa.
Il relatore ha concluso infine che il ruolo di mediatrice esercitato dalla Contessa, eccezionale per pazienza e abilità diplomatica, sarebbe di grande utilità anche ai giorni nostri.
Quest'anno, precisamente dalle ore 16 del 28 luglio p.v. si tornerà ... all'antico.
Ricorre infatti, quest'anno, il decimo anniversario della scomparsa dell'on. Andrea Borri, grande amico di Neviano (di cui era originaria la Madre, signora Natalia Bertogalli) e, in particolare, affezionato alla Pieve di Sasso, presso la quale si recava sempre volentieri.
Il figlio, notaio Bernardo, ha espresso il desiderio che la manifestazione venga dedicata al ricordo del padre.
Linvito è stato accolto molto volentieri da tutti gli interessati, che conservano grande stima e rimpianto per l'onorevole Andrea, mancato prematuramente.
Lo scorso anno è stata inserita all'interno del programma consueto la presentazione - in anteprima - del romanzo di Alessandro Carri Matilde una paziente mediatrice tra Impero e Papato. Ne ha curato la Presentazione il professor Mario Rinaldi, amico del senatore Carri, studioso di Storia Contemporanea, appassionato di eventi e personaggi storici di ogni epoca, purtroppo recentemente scomparso.
Del libro, Rinaldi ha messo in evidenza il risalto che l'autore attribuisce all'impegno - intelligente e lungimirante - di Matilde, nel favorire la composizione degli annosi contrasti tra Impero e Papato, ma anche la figura molto femminile nella sua fragilità, di una donna forte e potente, consapevole delle proprie capacità di persuasione che seppe mettere in atto con grande tenacia, al fine di far convergere due opposte visioni del mondo e di cercare un pumo di accordo tra due realtà e personalità rigidamente contrapposte.
Ha inoltre sottolineato come la natura dei luoghi e il paesaggio nei suoi diversi aspetti stagionali, così come gli abitanti del contado - "ritratti" nelle loro occupazioni quotidiane - siano guardati e narrati in modo vivido e partecipe, segno di un amore autentico dell'Autore nei loro confronti. Maurizio Landini, segretario nazionale FIOM e amico di Rinaldi, presente all'evento, ha invece apprezzato soprattutto alcuni aspetti moderni e innovativi del governo di Matilde, che aveva compreso, come pochi potenti dell'epoca, l'inizio di quel cambiamento politico e sociale che avrebbe condotto - sia pure con molta gradualità - alla caduta del Feudalesimo.
Tra gli atti più significativi ha ricordato un primo abbozzo di partecipazione agli utili delle sue terre per i contadini che le lavoravano, la distribuzione di pane ai bisognosi e la liberazione di tutti i suoi servi, disposizioni - quest'ultime - espresse nel testamento.
In ato: uno dei momenti più suggestivi della tradizionale sfilata del corteo matildico nei pressi della Pieve di Sasso.
" ... sulla strada che sale fino al sagrato, poterono magicamente comparire Matilde in visita a Rainerio, Arduino della Palude col figlio Guido, il Vescovo di Parma Bernardo degli Uberti, il Priore, i monaci, le dame e i cavalieri delle Cappelle soggette alla Pieve ... ".
Nella fotografia, si nota una parte della zona absidale della Pieve, senz'altro uno degli elementi più significativi e interessanti dello storico edificio di culto.
... i1 ruolo di mediatrice esercitato dalla Contessa, eccezionale per pazienza e abilità diplomatica, sarebbe di grande utilità anche ai giorni nostri".