GLI ARTICOLI SU MONTEPIANO
Anno 1 - Numero 6
Nel Sentiero della Croce di Mediano
Le orchidee spontanee
di Centurio Garbasi




Significativa, in questo contesto, è anche la leggenda che ci aiuta a comprendere l’origine del nome Orchis. Questa, ci racconta infatti che Orchis, figlio di una ninfa e di un satiro, durante una festa tentò di violentare una sacerdotessa. Per questo venne condannato a morte e fatto sbranare da animali feroci. A questo punto, inteneriti per il destino crudele dello sfortunato giovane, intervennero gli dei che trasformarono i suoi resti mortali in una bella pianta che conservava tuttavia sotto terra il ricordo di ciò che lo aveva portato alla sciagura: il simbolo stesso della lussuria sotto forma di due testicoli.
Allo stato attuale la mia ricerca sul Sentiero della Croce ha portato all’individuazione di 25 specie di orchidee appartenenti ai seguenti 9 generi: Anacamptys, Cephalanthera, Epipactis, Gymnadenia, Himantoglossum, Limodorum, Listera, Neottia, Ophrys, Orchis, e Platanthera. Sono presenti inoltre i seguenti due ibridi: Orchis x Angusticruris e Orchis x Dietrichiana. Da segnalare anche il ritrovamento della rara Orchis ustulata che, come poche altre, per produrre la prima fioritura, può impiegare anche 14 anni dopo la germinazione del seme.
In considerazione del fatto che il tragitto è piuttosto breve, circa 4 km per percorrere l’intero anello, si può affermare che il numero delle specie rilevate è piuttosto elevato. La percentuale di presenze rispetto al territorio nazionale si aggira infatti attorno al 20%.
Le orchidee si possono trovare un po’ ovunque, purché l’intervento dell’uomo non abbia modificato il loro ambiente naturale. Infatti la costante pressione antropica delle campagne, l’agricoltura intensiva con l’uso e l’abuso di erbicidi, pesticidi ed altri agenti chimici e l’eliminazione delle zone umide, sono alcuni dei motivi che impediscono la germinazione dei semi e, in alcuni casi, provocano la scomparsa di alcune specie.
Nei terreni coltivati, oltre all’eliminazione delle orchidee, vengono distrutti anche i miceti indispensabili per la loro germinazione, impedendo la ricomparsa delle piantine per decine di anni, anche nel caso di abbandono delle colture. La presenza delle orchidee può essere così considerata un indicatore di qualità dell’ambiente; non è un caso che esse siano molto rare in pianura, dove il terreno viene intensamente coltivato e, al contrario, siano presenti in tutti quegli habitat collinari e montani abbandonati da molti anni dall’uomo.
Le orchidee spontanee sono senz’altro un elemento che caratterizza questo bel percorso che ripercorre un’antica ed importante via del sale che collegava le Valli dell’Enza e del Termina a Scurano e alla parte più alta delle montagne dell’Appennino parmense, fino a giungere al mare Tirreno. Questi splendidi fiori, infatti, impreziosiscono con la loro numerosa presenza, da marzo a giugno, ogni angolo incontaminato di questo sentiero.
La famiglia delle Orchidacee che comprende oltre 25000 specie è tra le più numerose del regno vegetale.
Il termine “Orchidea” richiama alla mente quegli splendidi fiori che vegetano avvinghiati ai rami degli alberi assorbendo l’umidità dell’atmosfera mediante radici aeree nelle esotiche foreste tropicali. Non tutti sanno però, che anche nel nostro territorio sono presenti numerose specie di orchidee che, a differenza di quelle tropicali (per lo più epifite), sono terricole (geofite) e crescono al suolo.
Le orchidee europee, anche se meno appariscenti e con i fiori più piccoli, se evidenziate da un buon obiettivo macro, possono competere con quelle tropicali per la bellezza dei loro fiori, la varietà delle forme e dei colori.
Il nome deriva dal greco “Orchis” (testicolo) ed è stato loro attribuito dal filosofo greco Teofrasto nel IV secolo a.C., perché nella parte ipogea (sotterranea) molte entità di questa famiglia hanno due tuberi appaiati a forma testicolare.


Nel Medioevo, secondo le norme della magia simpatica (dei simili), ogni rimedio doveva curare gli organi a cui era simile morfologicamente, pertanto l’attenzione di erboristi e medici si concentrò sul loro impiego nei casi di impotenza e sterilità nonché sulle presunte proprietà afrodisiache. Vennero così raccolte e distrutte inutilmente moltissime orchidee.
Successivamente, grazie alle nuove conoscenze sulle proprietà terapeutiche delle piante, furono smentite le teorie precedentemente esposte, relegandole alla sola credenza popolare.
Tuttora, in Oriente, dai tuberi di molte orchidee viene estratto il Salep, una sostanza medicinale conosciuta da tempo antichissimo alla quale, falsamente, si attribuivano proprietà afrodisiache. In realtà si è accertato che è un ottimo antidiarroico, antinfiammatorio e anticatarrale. Diluito nell’acqua e nel latte rappresenta un alimento nutriente per persone deboli e bambini perché è facilmente digeribile.
Faccio notare inoltre, che le orchidee, per formare le prime foglioline, possono impiegare anche 4 o 5 anni; per produrre la prima fioritura, in alcune specie, occorrono anche 6 o 7 anni; per altre, come già fatto notare per l’Orchis ustulata, possono trascorrere da 12 a 15 anni. Si comprende quindi che sradicare un’orchidea significa vanificare con un gesto deprecabile un lentissimo e delicatissimo processo sotterraneo.
In Italia le orchidee sono protette da leggi Regionali. In Emilia Romagna (legge regionale n. 2 del 24/01/1977), la famiglia delle Orchidaceae è interamente protetta.
Concludo ricordando che anche la raccolta degli scapi fiorali o addirittura dell’intero esemplare, per poterlo trapiantare nei giardini di casa, che comunque avrebbe ben poche probabilità di sopravvivenza al di fuori del suo ambiente di naturale, rappresenterebbe un danno notevole ad un patrimonio oggi in rapida via di estinzione.
Nel Sentiero della Croce di Mediano
di Centurio Garbasi
Il Sentiero della Croce di Mediano, (Comune di Neviano degli Arduini, Prov. di Parma), è situato sullo spartiacque tra i Torrenti Enza e Termina. Inizia nei pressi del campo sportivo dell’omonima frazione, a 453 m. di quota, prosegue fino alle sorgenti del Torrente Termina (in prossimità della località Neda di Scurano), sale fino al punto più alto (674 m.) e, girando attorno al Monte Acuto, descrive un suggestivo anello tra splendidi boschi di roverella, castagno e, in alcuni tratti, di Pino silvestre (autoctono) e carpino; infine si congiunge al punto iniziale del tracciato.
E’ percorribile in circa 2 ore e permette di ammirare splendidi scorci panoramici sulla Val d’Enza da un lato e sulla Val Termina dall’altro. Dal punto di vista archeologico in alcuni pianori sono state segnalate tracce significative dell’età del Bronzo.
L’iniziativa di questo recupero sentieristico, è stata del “Centro Studi Valli del Termina”, in collaborazione con il Comune di Neviano degli Arduini.
Il 27 agosto 2000 è avvenuta l’inaugurazione ufficiale.
Il CAI di Parma ha provveduto ad apporre la relativa segnaletica lungo il sentiero e sulle carte escursionistiche è indicato con il numero 757. Il 31 luglio 2005 è stata inaugurata ufficialmente la connessione con i vicini sentieri del Monte Fuso.
E’ così denominato perché lungo il percorso si trova una croce che fu eretta per la prima volta attorno al 1810 da alcuni pastori di Mediano che trovarono un parrocchiano di Scurano, precisamente di Quinzo, assassinato e derubato, forse da alcuni compaesani o conoscenti, che avevano saputo della vendita dei suoi buoi. Questa versione dei fatti fu pubblicata nel dicembre 1985, dal compianto Don Armando Schianchi, parroco di Lodrignano, Mediano e Ceretolo sul giornalino parrocchiale di quell’anno. Nell’occasione, oltre a ringraziare la generosa popolazione di Mediano per avere eretto nuovamente la croce, pubblicava il risultato di varie interviste alle persone più anziane del paese di Mediano ed altre frazioni limitrofe. I ricordi, tramandati da una generazione all’altra, confermavano gli avvenimenti appena descritti.

COME ARRIVARE
Mediano si trova sulla Provinciale 17 Vetto-Traversetolo (vedi mappa).
La Croce da cui prende il nome il sentiero parmense
Sotto: Orchis purpurea.
Sotto: Cephalanthera rubra
A lato: Orchis pallens
A lato:Anacamptis pyramidalis
SPECIE PRESENTI AL SENTIERO DELLA CROCE
Anacamptis pyramidalis,
Cephalanthera damasonium,
Cephalanthera longifolia,
Cephalanthera rubra,
Epipactis helleborine,
Gymnadenia conopsea,
Himantoglossum adriaticum,
Limodorum abortivum,
Listera ovata,
Neottia nidus-avis,
Ophrys apifera,
Ophrys araneola,
Ophrys benacensis,
Ophrys bertolonii,
Ophrys fuciflora,
Ophrys insectifera,
Ophrys sphegodes,
Orchis coriophora subsp. fragrans,
Orchis morio,
Orchis purpurea,
Orchis simia,
Orchis tridentata,
Orchis ustulata,
Orchis pallens,
Platanthera chlorantha.