GLI ARTICOLI SU MONTEPIANO
Anno 5 - Numero 46
IL MIRTILLO NERO

Un piccolo arbusto lecui bacche vengono usate per marmellate, succhi e dolci.
E' una pianta medicinale che abbellisce i nostri boschi


di Elda Cotti
Sui prati incolti dei nostri monti, durante una passeggiata estiva, si possono ammirare nel sottobosco, nascosti nella siepe, fra cespugli, o sui lati del sentiero che conduce alla vetta, protetti dalle loro foglie, i mirtilli. E proprio durante una di queste passeggiate abbiamo incontrato il Dr Maurizio Pedrazzini, erborista de L’Orto dei semplici di Parma: si può affermare che è un "habitué" della Valle del Termina, in particolare del Monte Fuso, dove periodicamente organizza  uscite alla scoperta della flora spontanea intorno al parco. Curiosi di saperne di più sul mirtillo, l'erborista, veramente disponibile, ci ha parlato a lungo di questa bacca dolce e preziosa:
"Una pianta caratteristica della flora del nostro Appennino è il mirtillo nero, Vaccinium myrtíllus L. Questo arbusto, appartenente alla famiglia delle Ericacee, colonizza ampie superfici della fascia montana oltre il limite forestale, dove spesso forma popolazioni dense, che si presentano con aspetto uniforme. Queste prendono la denominazione di vaccinieti, dal nome del genere Vaccinium.
Gli arbusteti di mirtillo nero si spingono anche nella fascia superiore del faggio, laddove il taglio e la creazione di pascoli hanno aperto varchi e creato radure nella compagine forestale.
L’apparenza uniforme dei vaccinieti, in particolare sui ripidi pendii che si spingono fino al crinale non tragga in inganno: insieme al mirtillo nero vegetano altre specie, il Mirtillo gualterioide, V gualteherioides, rari esemplari di Rosa alpina, la Luzula syluatica, la Homogyne alpina e l'Iperico di Richer. Hypericun richeri.
Il mirtillo nero è un piccolo arbusto con fusto eretto molto ramificato e rami angolosi, verdi. Le foglie sono oblungo-ovali, appuntite, leggermente crenate, caduche; i fiori ascellari, solitari o geminati, a forma di piccolo orcio, appaiono in maggio o giugno; i frutti, le notissime bacche di colore blu scuro, prezioso nutrimento per l'avifauna montana, maturano in agosto e settembre. I mirtilli neri non sono solo un gustoso frutto selvatico usatissimo per marmellate, dolci e succhi, ma per la scienza costituiscono una preziosa fonte di elementi chimici e di sostanze di grande interesse, tanto da essere considerati pianta medicinale.
Le loro proprietà terapeutiche sono note alle popolazioni della montagna da tempo immemorabile: ecco come descrive le loro proprietà un autore del VI secolo, Castore Durante, nel suo Herbario Nuovo, pubblicato a Roma nel 1585: "Dansi utilmente le bacche fresche e secche a mangiare a coloro che patiscono dissenteria; mangiandosi ancora dai pastori, e da molti altri, come le fragole; onde in Boemia pubblicamente si vendono su le piazze: perché invero, perciochè non sono ingrate al gusto, che essendo acerbette, e vinose, estinguono la sete".
Nella medicina erboristica le proprietà antidiarroiche del mirtillo nero sono confermate dall'esperienza e dalla ricerca e ampiamente utilizzate. Per questo scopo si usano le bacche essiccate, da 20 a 60 grammi al giorno, preparate in tisana mediante decozione: si fanno bollire tre cucchiai di bacche essiccate in mezzo litro di acqua per l0 minuti, si filtra e si beve la tisana calda in più tazze al giorno.
Un altro impiego del mirtillo accreditato nella erboristeria moderna è per la sua azione protettiva dei vasi sanguigni, in particolare per il trattamento delle vene varicose. In questo caso gli studi clinici sono stari effettuati prevalentemente con l'estratto secco titolato al 360% in antocianine, un componente caratteristico del mirtillo a cui si attribuisce parte della sua azione terapeutica. In pratica, si assumono da 300 a 480 grammi di estratto secco al giorno, cioè da due a quattro capsule a seconda della dimensione. Esistono anche degli ottimi succhi ricavati dai frutti freschi che presentano livelli analoghi di antocianine e che possono essere utilizzati per lo stesso scopo.Negli scorsi decenni numerosi studi clinici, parecchi dei quali condotti in Italia, si concentrarono sulle proprietà benefiche per la vista.
L’attenzione per questo tema nacque dall'osservazione empirica: durante la seconda guerra mondiale gli aviatori inglesi, che consumavano notevoli quantità di marmellata di mirtillo, mostravano un miglioramento dell'acutezza visiva nei voli notturni ed una maggiore velocità di adattamento nel passaggio dalla luce al buio. Da qui originò tutto un filone di ricerca e di sperimentazione che diede risultati incoraggianti, anche se oggi necessita di approfondimenti e di ulteriori verifiche. Il mirtillo è attualmente forse più noto per
questo aspetto, tuttora in corso di studio e sperimentazione, che non per gli effetti assolutamente accertati precedentemente descritti.
Un ultimo ed interessante filone di ricerca sul mirtillo nero riguarda la sua azione antiossidante.
Diversi studi indicano riscontri molto positivi, ma lo stato dei lavori è ancora iniziale e necessita di ulteriori studi. Ciò non ha impedito a parecchi produttori di estratti di mirtillo di puntare con forza su queste proprietà ancora in fase di studio, dando origine a polemiche e controversie, utili per tenere aperto il dibattito, anche se talora fortemente esasperate.
Se tiriamo le somme, tuttavia, si può affermare che si tratta di una pianta medicinale di grande valore: le sue proprietà su cui esiste un solido consenso già basterebbero a giustificare questa affermazione; ma gli sviluppi della ricerca e della sperimentazione sugli effetti curativi per la vista e su quelli antiossidanti aprono probabilmente ulteriori prospettive per l'impiego salutare e terapeutico di questo frutto”.
ln alto: le bacche blu-violacee del mirtillo.
IL MIRTILLO NERO - SCHEDA BOTANICA
Nome scientifico: Vaccinium myrtilius L.
Origine: regioni settentrionali dell'emisfero boreale.
Foglie: oblungo - ovali, dentate, appuntite, caduche.
Fiori: solitari, o geminati, rosa o rossastri, a forma di piccolo orcio; fioritura: maggio-luglio a seconda dell'altitudine.
Frutti: false bacche carnose, sub-sferiche, blu-violacee, appena schiacciate all'apice,dove conservano la caratteristica cicatrice anulare.
Composizione per 100 grammi: 89% di acqua, 0,5% di proteine, 0,5% di grassi, 10% di zucchero. Le vitamine A,B,C presenti in buona percentuale; Sali minerali: Potassio, Calcio, Magnesio,
Fosforo.
Etimologia: il nome è di probabile origine latina, forse da baccinium, in riferimento alle numerose bacae, o bacche che maturano sui fusti eretti.
Curiosità: al tempo dei Romani e anche presso i Galli, le bacche di Vaccinium servivano a tingere le vesti degli schiavi; le foglie venivano impiegate per ottenere una materia colorante verde; dai mirtilli maturi si otteneva una lacca blu.
Raccolta dei frutti: un tempo, ed è ancora possibile in qualche zona, facilitata dall'uso del pettine: attrezzo costruito in modo da trattenere le bacche, scartando le eventuali foglie. Viene passato tra gli arbusti proprio come se si volessero pettinare le foglie; alla fine di ogni passata del "pettine" cadranno solamente i frutti maturi.
SPECIE PROTETTA A LIVELLO
REGIONALE
La raccolta del mirtillo è disciplinata quasi ovunque con un quantitativo massimo quotidiano: per non incorrere in sanzioni occorre informarsi in loco sulle norme che regolano quantitativi, giorni e permessi di raccolta. Anche l'uso del pettine non è sempre consentito ed in ogni caso bisogna prestare attenzione nei l'utilizzarlo per non danneggiare le piante.
Sopra: il mirtillo nero, da un antico erbario.


Sotto: i fiori del mirtillo, dalla caratteristica forma ad orcio.