GLI ARTICOLI SU MONTEPIANO
Anno 4 - Numero 45
1944: NEVIANO DEGLI ARDUINI E' IL PRIMO COMUNE DEMOCRATICO DI PARMA
Ad insediare la nuova Amministrazione civica, il 31 agosto, sono i partigiani
di Mario Rinaldi
La notte del 30 luglio 1944, nel palazzo Baroni di Sarignana, nei pressi di Scurano, nasceva la 47° Brigata Garibaldi. Venivano così riuniti sotto un unico comando quattro distaccamenti, il Cavestro, il Nadotti, il Buraldi e il Prampolini, fino a quel momento operanti come bande autonome nei comuni di Neviano, Palanzano, Monchio e facenti parte del battaglione val d'Enza che a sua volta era parte dell'unica Garibaldi (la12°) di tutta la provincia. Per la verità il distaccamento Prampolini, comandante Gallo (Renato Beltrami - reduce dal carcere perché condannato da un tribunale speciale), composto di soli reggiani, era stato costituito per l'occasione, essendo in effetti una sezione del distaccamento Don Pasquino smembrato in quei giorni perché ormai troppo numeroso.
Qualche giorno dopo, cioè il 10 agosto, Gallo con tutto il Prampolini si trasferirà in territorio reggiano rinunciando così a far parte della Brigata appena costituita. E di questo ci si deve chiedere il perché.
È evidente, come risulta dalle testimonianze, che la presenza a Sarignana di Gallo e del Prampolini rispondeva a un preciso accordo tra il partito Comunista di Reggio e quello di Parma essendo la val d'Enza metà di sponda reggiana e metà di sponda parmense, e che secondo l'accordo Gallo avrebbe dovuto essere il comandante della nuova Brigata mentre per il posto di Commissario l' indicato era il parmigiano Remo (Aldo Gelati), ruolo che però la sera del 30 luglio fu a entrambi negato.
Il comando toccò invece a Ivan (Aldo Zucchellini), sergente della Julia, che portava l'esperienza della campagna di Russia, comandante del distaccamento Nadotti, conosciuto e stimato negli altri distaccamenti, noto ai montanari in quanto di Corniglio e per questo sicuro conoscitore dell'intero terrirorio. Secondo l' accordo, inoltre, il candidato a comandare la Brigata doveva essere comandante di un Distaccamento, cosa che Gallo non era. E fu per questa ragione che con le eccedenze del Don Pasquino si formò (in fretta e furia) il distaccamento Prampolini con Gallo comandante.
Quella sera a Sarignana era presente Renzi (Luigi Menconi), salito appositamente dalla città essendo egli il comandante della Piazza, ossia il massimo responsabile della provincia per tutto ciò che riguardava le brigate Garibaldi, col compito di mediare le divergenze che dividevano i vertici della costituenda Brigata. (Renzi, poi decorato di medaglia d'oro al Valor Militare, cadrà a Bosco di Corniglio il 17 ottobre di quell'anno). Si trattava di nominare il Comandante, cioè Gallo, e il Commissario, cioè Remo, e la divergenza era tra Franci (Bruno Ferrari) che per tante ragioni non accettava l’ accordo provinciale, e Clitunno (Salvatore Maneschi) e Mirko (Giuseppe Pellegri), che per incarico del Partito erano invece gli incaricati di sostenere Remo con l'aiuto di Gallo per conto dei reggiani.
Per Franci il Commissario doveva essere Ilio (Luigi Cortese) col quale lui stesso aveva fittamente collaborato nell'organizzazione clandestina di città prima del 25 luglio e anche dopo l'8 settembre e che era ormai il conoscitore più esperto di tutta la zona. E questo era il dissidio. Franci, nel suo appassionato intervento, tenne in Particolare a sottolineare il passato di Ilio e ricordò la sfida (e la beffa) de Il Nuovo Piccone - Organo di agitazione rivoluzionaria antifascista - giornale ciclostilato, numero unico, diffuso a Parma prima del 25 luglio 1943, (fu un gran baccano in città), alla cui ideazione, nonché stesura, aveva contribuito Ilio assieme a Bruno Longhi, a Pino Copercini e a Franci stesso. E pure ricordò che Ilio era assieme a lui presente alla storica riunione di villa Braga, quando il 9 settembre 1943 gli fu affidato il compito di organizzare " la rete" nel nevianese e nell'intera valle dell' Enza. Ilio era insomma il candidato naturale alla carica di Commissario e Franci alla fine ebbe la meglio.
Gallo tornerà a dicembre, dopo il tragico rastrellamento, per prendere il posto di Comandante della ricostituita Quarantasettesima, sempre secondo il vecchio accordo, essendo Ivan caduto assieme a Franci nell'agguato del Ponte di Lugagnano. Ma anche in quell'occasione a nulla poterono Clitunno e Mirko, e con loro Remo, contro la maggioranza ben organizzata dei Distaccamenti che a voto segreto scelsero William, già vicecomandante di Ivan, e che confermarono Ilio nel ruolo di Commissario. È doveroso ricordare che nei Distaccamenti ci fu una campagna elettorale prima dell'Assemblea. La riunione, assai tumultuosa, si concluse nella tarda notte del 6 dicembre nella canonica di Lupazzano.
Dal giorno dopo la Brigata si occupò di un riordino totale, principalmente della disciplina, ma anche degli organigrammi interni. Clitunno fu mandato al Comitato Liberazione Nazionale col ruolo di Ispettore e Mirko e Remo furono assegnati a ruoli marginali, non direttamente dipendenti dalla Brigata. Gallo tornò invece definitivamente nel reggiano.
Da palazzo Baroni, dunque, il 30 luglio 1944 uscì la 47° Brigata Garibaldi completa di tutti i suoi quadri e da quel momento nell'intera Val d'Enza parmense a valere fu l'ordine partigiano del quale la Brigata stessa era l'autorità massima e dove tutto doveva corrispondere alle sue direttive. I problemi erano tanti, primo fra tutti i rapporti con la popolazione. C'era da superare "il disordine pubblico" dovuto al totale tracollo della situazione. Per la gente non c'era più alcun riferimento. Non c'erano più i carabinieri, per dirne una, e a farsi strada era la repulsione dei montanari verso le bande partigiane che per ragioni diverse erano viste e vissute come un ingombro indigeribile.
In altri termini: la montagna sentiva violentata la sua millenaria solitudine e i violentatori, ovvio dirlo, erano i partigiani. Ordine pubblico voleva anche dire mettere fine all'agire di certe bande che, non dovendo rispondere a nessuna autorità, agivano a seconda dell' educazione personale commettendo spesso soprusi e anche provocando danni e paure, ma voleva anche dire fermare i vari ladri che, indisturbati, si presentavano nottetempo nelle case, magari mascherati, dicendo di essere partigiani. A tal proposito, la Brigata costituì un distaccamento di Polizia, si trattava di dieci ex carabinieri entrati nelle formazioni partigiane, e da subito tutto migliorò. Al comando del distaccamento, nel febbraio del '45 , passerà il brigadiere Rodolfo Landini, lo stesso che comandava la stazione Carabinieri di Neviano quando i partigiani di William la disarmarono nella notte del 10 giugno del 1944. Quella notte Landini sparò qualche colpo in aria, giusto per dare segno di sé al segretario del fascio, ma poi aprì le porte e i partigiani poterono entrare indisturbati e prendere tutto l'armamento che c'era in armeria. Questo, al momento, era il quadro della situazione e nulla si sarebbe risolto se a quel punto la Brigata non avesse dato alla sua presenza anche un ruolo di autorità civile. E fu così che assieme al CLN decise di insediare I'Amministrazione comunale di Neviano, completa di tutto, con Sindaco, assessori, Consiglio e Commissioni. E quella di Neviano fu la prima libera Amministrazione di tutta la nostra montagna cui due mesi dopo, il 4 ottobre, seguirà quella di Palanzano sempre a opera della Brigata.
Questo il verbale d'insediamento:
L'anno 1944, il giorno jl agosto alle ore 17, a seguito di invito personale sono stati convocati in una sala della Residenza Municipale i seguenti consiglieri comunali: Fornaciari Guglielmo, Monica Ennio, Camerilli Giuseppe, Banzi Giouanni, Rossi Bruno, Ziueri Filippo, Tosini Bruno, Monica Giouanni, Bertolotti Bruno, Ramazzotti Giacomo, Gardoni Antonio, Baldi Antonino, Calori Lino, Piazza Dino. Assenti: Del Monte Ferdinando, Dazzi Alfonso, Dallacasa Attilio.Prendono parte all'adunanza il Comandante e il Commissario Politico della Brigata, il fduciario Colombo (Egidio Del Sante) per gli affari civili e diversi Comandanti di distaccamento della suddetta Brigata. Il Commissario Politico Assume la presidenza dell'assemblea e espone ai consiglieri l’ alto significato dell'odierna riunione in rapporto alla lotta antifascista e i doveri che a ciascuno incombono in questo momento. (...) Pertanto è necessario passare alla nomina del Sindaco e susseguentemente dei componenti la Giunta Municipale mentre a parte dovranno costituirsi le commissioni dell'agricoltura e una dei prezzi.
Parecchi consiglieri propongono che alla carica di Sindaco venga nominato il sig. Fornaciari Guglielmo sia perché lo stesso ha già dato prova di sapersi disimpegnare, sia perché essendo in luogo può dare maggiore attività e può essere in ogni momento a contatto con l' Ufficiale Comunale.
Ma l'autorità della Brigata e della nuova Amministrazione non sarebbero state appieno percepite dalla popolazione se in Comune non fosse rimasto il Commissario prefettizio (Giuseppe Crea, già segretario comunale), nominato dall'autorità provinciale e quindi dipendente della Repubblica di Salo, figura necessaria per garantire la continuità di tutti i generi della tessera.
E per questo che il Cln e la Brigata decisero che il Commissario prefettizio dovesse rimanere al suo posto col solo ruolo di paravento e anche con lo scopo di rassicurare le autorità della città che quello di Neviano non era un Comune sotto controllo partigiano.
Il Commissario accettò e giurò fedeltà al Sindaco e alla Brigata. Questo risulta dal verbale del 30 novembre 1944 " ... che la nomina (del Commissario prefettizio n.d.r.) è stata approvata dal Comando di Brigata, dal Comitato locale di Liberazione e dalla Giunta comunale e rappresenta una felice soluzione per i rapporti con Parma e per i vantaggi che già si sono rilevati nel servizio dell'alimentazione ".
Qualche giorno dopo la Brigata diffonde un manifesto per comunicare alla popolazione l’'avvenuto insediamento dell'Amministrazione comunale... "Libere finalmente di manifestare la loro volontà, le assemblee frazionali hanno designato i rappresentanti in seno al Consiglio Comunale per dare alla vita amministrativa le nuove direttive democratiche che da oggi governano il nostro Comune. (. . . ) Dai Consiglieri e dai Rappresentanti della Giunta Comunale riceverete assistenza, istruzioni e indicazioni. A loro dovete rivolgervi per tutto quello che può essere utile e necessario, mentre a loro dovete rispetto e ubbidienza per tutto quello che in nome del Comune vi verrà ordinato. CITTADINI, confidiamo nel vostro aiuto per lenire alla Patria i dolori di una guerra non voluta e salutiamo i CADUTI per la liberazione nazionale ai quali va tutta la nostra perenne riconoscenza".
Dalla Residenza Comunale, 31 agosto 1944
L’Amministrazione Comunale
Il Comando della 47° Brigata Garibaldi Firmato
Lamberti (Luigi Cortese)
Guglielmo Fornaciari, il Sindaco dei partigiani, rimase in carica ancora un anno dopo la Liberazione, fino al 1946, sostituito poi da Alessandro Cassar, eletto assieme a tutto il nuovo Consiglio con le prime elezioni libere della nostra storia e col voto anche delle donne.
A lato: giugno 1944, il distaccamento Don Pasquino Borghi a Lodrignano. Questa formazione partigiana era composta tutta da reggiani della Val d'Enza. Al centro, in ginocchio e senza cappello, è Guerra di San Polo.
Salvatore Maneschi, detto "Clitunno", ispettore di zona.
Guglielmo Fornaciari, sindaco di Neviano degli Arduini dal 31 agosto 1944 al 1946.