GLI ARTICOLI SU MONTEPIANO
Anno 1 - Numero 4

Il Centro Studi delle Valli del Termina

Alla riscoperta della storia e delle tradizioni Parmensi

di Pier Luigi Sassi
Il Termina è uno dei tanti torrenti dell’Appennino emiliano di cui quasi nessuno conosce l’esistenza; comunque esiste e geograficamente si situa tra i torrenti Enza e Parma.
Più propriamente e’un affluente dell’Enza, sulla sponda parmigiana, e per di più è bifido, nel senso che prima di unirsi in un solo tronco, a monte di Traversetolo, forma due distinti bacini idrografici: quello della Termina di Castione e quello della Termina di Torre ed entrambi i rami nascono da sorgenti che si trovano sul fianco nord del Monte Fuso (1117 s.l.m).
Forse a causa di questa frammentazione orografica, forse a causa di vicini molto più importanti (Val d’Enza - Val Parma) sta di fatto che storicamente un concetto di Valle nel senso unificante ed identificativo del termine da noi non è mai esistito; per cui gli abitanti dei numerosi paesini del territorio non si sono mai sentiti parte di un entità comune (la dizione “Val Termina” è di recente acquisizione e quasi esclusivamente commerciale).
Inoltre gli ultimi cinquant'anni,  come dappertutto, hanno sconvolto completamente quel mondo contadino che ha caratterizzato la vita nelle nostre Valli da sempre: l’emigrazione di massa verso l’industrializzazione cittadina, la meccanizzazione spinta dell’agricoltura, il benessere economico con l’esigenza di servizi sempre più sofisticati hanno spopolato il nostro territorio riducendo a un terzo la sua popolazione originaria.
In una manciata di anni, si sono cancellati dalla memoria collettiva secoli di storia, tradizioni, conoscenze, filosofia di vita, valori.
E’ in questo contesto che il “Centro Studi delle Valli del Termina” nasce il 20 novembre 1995: semplicemente quando un piccolo gruppo di persone ha inteso dare riscontro concreto a idee, intenzioni o, se si preferisce, ad esigenze, avvertite già da tempo e da tanti, riguardo allo studio della nostra storia e del nostro territorio.
Persone, che emigrate, hanno mantenuto legami profondi con la ns. terra e persone che rimaste sul territorio condividono con i primi la curiosità di conoscerlo a fondo e l’attenzione verso i suoi problemi.
Per sintetizzare l’obiettivo del nostro Centro è riassumibile in quello che è diventato poi il suo scopo statutario:  conoscere, fare conoscere e valorizzare il nostro territorio.
Dell’idea di un sodalizio culturale si parlava da tempo, ed il pretesto per la nascita del Centro Studi delle Valli del Termina, si può collocare nella “celebrazione” del millenario dei due paesi, Cedogno e Lupazzano, che in quell’occasione si sono legati in gemellaggio.
Quella manifestazione fu accompagnata da un importante convegno di interesse storico.
La pubblicazione, edita dalla Deputazione di storia patria di Modena, del volume “STUDI MATILDICI IV” che  raccoglie gli atti del convegno, suggerì l’impostazione di quella che diventerà la collana dei Quaderni delle Valli del Termina.
Citiamo volentieri quella circostanza perché, oltre a costituire il primo vagito di un  Centro Studi non ancora formalmente costituito, è emblematica di una sensibilità latente che si vuole favorire e che si esprime nella osservazione di quelle realtà, se vogliamo, apparentemente più marginali, ma che contengono pagine nascoste che, esplorate,  ci stupiscono per la loro ricchezza.
Tutto ciò fu subito una scommessa perché da noi la cultura è una merce che va poco e quindi, all’inizio, per trovare un uditorio sia presso le istituzioni che nei confronti della gente abbiamo dovuto spendere la reputazione personale dei pochi iscritti.
Dati i presupposti storici ci siamo posti subito il problema di definire il preciso ambito territoriale.
I confini, individuati mediando l’entità geografica con quella storica, comprendono aree appartenenti a 5 diversi Comuni: Neviano degli Arduini, Palanzano, Tizzano Val Parma, Lesignano, Traversetolo.
Un territorio quindi che oltre gli stretti limiti del bacino idrografico del Termina comprende anche tutto il comprensorio del Monte Fuso; ciò trova la sua giustificazione nell’omogeneità del trascorso storico, della lingua, delle tradizioni e nella consuetudine delle migrazioni interne tra le valli.
La sede è, sin dall’inizio, a Lupazzano (in comune di Neviano degli Arduini) dove si trova anche il magazzino dei libri di nostra produzione (non tutto ciò che produciamo ha una fortuna editoriale!) e il nostro archivio che conta già oltre cinquemila documenti e quasi tremila volumi (tutto il materiale, frutto di ricerca e di donazioni, è in fase di catalogazione).
Del nostro archivio siamo molto fieri: a prescindere dalle pubblicazioni e dalle poche cose realizzate sul territorio riteniamo che l’esistenza del nostro Centro Studi sarebbe giustificata anche solo dal fatto che sta riuscendo a salvare una notevole quantità di documentazione che quasi certamente andrebbe perduta per sempre.
Spesso, anche materiale apparentemente di scarso valore intrinseco, documenti burocratici, lettere, cartoline, fotografie, opuscoli, libri ecc. può utilmente concorrere, nel lavoro di ricerca, a restituire la conoscenza del territorio che tutti amiamo.
Lo scopo ultimo, comunque, è che il nostro territorio, complessivamente inteso, possa rappresentare, per coloro che lo abitano, la migliore opzione di futuro per se e per i propri figli.
Lo consideriamo un programma di lavoro valido per tutto il millennio appena iniziato.
Il vasto territorio che abbraccia le Valli del Termina