GLI ARTICOLI SU MONTEPIANO
Anno 4 - Numero 35
IL FONTE BATTESIMALE DELLA PIEVE
DI SAN PIETRO A SAN POLO D'ENZA
Un capolavoro medievale da riscoprire e far conoscere
di Alessandro Garbasi
Il fonte battesimale che si trovava nell'antica pieve di San Polo d'Enza, detta nei documenti di Caviano, oggi isolata a circa un chilometro a nord del paese, è uno dei più interessanti che il Medioevo italiano abbia restituito insieme a quelli limitrofi di Canossa e Bazzano. Venduto al Comune di Reggio Emilia nel 1863, è entrato a far parte del lapidario del Museo Civico dove ancora oggi si trova. Lo stato di conservazione è pessimo, dovuto forse ai secoli di incuria e di umidità che si ritiene abbia passato, abbandonato, nell'area della pieve almeno dalla seconda metà del XVII secolo.
Non si esclude, tuttavia, anche la possibilità che la vasca abbia trascorso parte della sua vita in occupazioni diverse da quella per cui era stara scolpita nel lontano Medioevo a causa di una profonda abrasione che ha cancellato completamente le sculture di una parte del fonte.
L’intera superficie del corpo, infatti, presenta immagini a rilievo, più o meno leggibili, che cesellano il vaso come pochi altri in Italia. Una semplice cornice in alto e una in basso incorniciano tutto lo spazio centrale. La decorazione è divisa su due livelli, con quella bassa particolarmenre abrasa percorsa per gran parte da un tralcio fogliato e quella alta da figure di diversa natura.
Una scena principale tuttavia è presente, e si qualifica come tale per essere l'unica caratterizzata da un'azione: un uomo in atteggiamento attivo ne sovrasta un altro, più in basso, del quale si vede solo la testa. Accanto, in senso orario, una grande croce e un mostro dal corpo anguiforme e dal muso da rettile. Sotto, separato da una fascia a rilievo, un grifo alato e una foglia appartenente a un tralcio non più esistente.
Dopo la fascia completamenre rovinata che interessa tutta l'altezza della vasca, a cui abbiamo accennato, si intravede una foglia. in alto, invece, un animale male identificabile dà avvio alla sequenza delle immagini meglio conservate e meglio interpretabili. Un uomo dal volto triangolare (con le braccia convergenti sul davanti che sembrano mostrare un libro aperto ormai ridotto all'ombra di se stesso, i piedi a papera e forse un'ala), un elegante leone alato che tiene tra le zampe anteriori un libro, un toro identificabile tramite le corna e un uccello con il libro.
Si tratta con grande evidenza dei simboli dei quattro Evangelisti, dunque nell'ordine, Matteo, Marco, Luca e l'aquila di Giovanni. Una rosetta si colloca appena al di sotto del Tetramorfo tra il toro e il leone, mentre una seconda si trova in alto tra il simbolo giovanneo e la scena di partenza. Luca e Marco sono rivolti verso Matteo, Giovanni verso la scena principale. È stato recentemente ipotizzato che questa immagine rappresenti due angeli in volo che, a mio avviso, oltre ad avere poco senso in questo contesto, viene smentita dalla chiara posizione dei piedi del personaggio di destra: uno è ancora perfettamente leggibile, mentre il ricordo dell'altro potrebbe essere nel mozzicone di pietra che gli sta accanto. Il personaggio è dunque in piedi sul racemo sottostante, nonostante il corpo sia rattrappito e sproporzionato. La presenza del gesto ampio e solenne che compie, infine, non può far altro che indirizzarci verso una scena di battesimo, recuperando così anche la pertinenza al contesto: I'uomo, dal volto triangolare incassato nelle spalle, sta infatti allungando un braccio sopra la testa dell'altro (le dita sono ancora abbastanza apprezzabili), mentre il secondo braccio si tende obliquamente verso il basso. Quanto al personaggio che starebbe ricevendo il battesimo, vediamo solo la testa, mentre tutto il resto del corpo è coperto da una serie di onde concave che penso alludano all'acqua. All'acqua però, non a un fonte battesimale. L’osservazione va sottolineata perché le immagini di battesimo che conosciamo sono sempre ambientate in una vasca, con l'eccezione quasi totale del Battesimo di Cristo. Le linee ondulate alludono quindi alle acque del Giordano. La prima onda, in verità, potrebbe anche essere un braccio del battezzando teso a toccare la croce accanto a lui sull'altro lato, che non farebbe altro che rinforzare l'ipotesi (la croce nel Giordano è rappresentata spesso nelle scene del Battesimo di Cristo, ed è tenuta in mano dal Salvatore durante il suo battesimo scolpito nella vasca svedese di Bjaresjo). Il battezzante è quindi Giovanni Battista, anche se non è per niente chiaro come vada interpretato il suo vestito, molto rigido e squadrato (ricordo che l'aquila dell'Evangelista Giovanni era rivolta verso di lui, forse non a caso).
Tornando alle croci, se si eccettuano quelle astili rappresentate nelle processioni battesimali scolpite sulle vasche di Chiavenna e Vicofertile, tuttavia più tarde (rispettivamente 1156 e 1220-1230 ca.) e collocate all'interno di racconti pseudo-storici che nulla hanno a che spartire con le modalità simbolico-allusive dei maestri di Caviano, non ne troviamo quasi mai applicate ai fonti battesimali e con funzioni anche compositive come la nostra. L’unico esempio paragonabile l'ho trovato nella vasca di Santa Maria Maddalena di Eardisley, in Gran Bretagna (Herfordshire). Sempre a questo maestro o alla sua eccellente bottega è da attribuire un'altra vasca battesimale di sopraffina qualità, sempre nell'Herfordshire, quella di St. Michael and All Angels a Castle Frome, interessante ai fini dei nostri confronti sia per la presenza degli Evangelisti che per la singolarità con la quale è rappresentato il Battesimo di Cristo, che come a San Polo ha un volto decisamente inusitato e non ha I'aureola. Nemmeno la mancanza della colomba Spirito Santo è un elemento discriminante per avallare o escludere la presenza o meno del Battesimo di Cristo, come dimostrano diversi esempi (Porta di San Ranieri a Pisa, fonte battesimale di San Nicholas a Brighton...). Anzi, a ben guardare, sembra proprio che a Caviano l'aureola ci fosse (si intuisce un'ombra semicircolare molto sottile intorno alla testa del candidato che segue poi l'andamento del braccio di Giovanni) e può anche darsi, rischiando una forzatura, che la rosetta che accompagna la scena a destra sia in sostituzione della colomba, come accade per esempio nei Battesimi di Cristo dei fonti svedesi di Grotlingbo e di Bjaresjo. Potrebbero essere elementi in più a sostegno della tesi.
L’ultima anomalia che resta da analizzare è la presenza degli Evangelisti sul corpo del fonte battesimale, normale in aree differenti dalla nostra (per esempio nel meridione di fase normanna nella vasca battesimale di Bisceglie, della seconda metà dell'Xl secolo circa, di nuovo a Castle Frome o a Mauriac in Francia) ma particolarmente rara nel nord Italia.
Si pensi che allo stato attuale la vasca di Caviano è I'unica che li reca scolpiti tutti e quattro! Se invece ci accontentassimo di confrontarla con una vasca che ne ha soltanto tre, ci dovremmo comunque rivolgere alla sola e "sorella" di Canossa. Nessun'altra vasca del nord Italia reca scolpiti gli Evangelisti sul proprio corpo.
Nel 2008, nel catalogo della mostra dedicata a Matilde di Canossa e al suo tempo, Michele Luigi Vescovi propose di datare il manufatto alla metà. dell'XI secolo (p.458, replicando l'ipotesi cronologica già formulata per la vasca di Canossa e sulla base delle indicazioni architettoniche proposte per la pieve da Massimo Mussini, il quale scrive nella medesima occasione che la pieve di San Polo sarebbe stata edificata nella prima metà dell'XI secolo con l'ampliamento del presbiterio all'inizio del XII (p.263).
L’analisi dei fonti battesimali monolitici medievali del nord Italia che sto conducendo da alcuni anni, tuttavia, mostra con evidenza come ancorare la datazione di un tale manufatto alla cronologia del suo edificio o alle sue vicende storiche sia spesso fuorviante. Meglio cercare di identificare un ambito entro il quale costruttori e committenti si muovevano.
Dal punto di vista dei confronti stilistici, tuttavia, non è semplice trovare qualcosa di soddisfacente, tanto è vero che al momento, al di non si riesce ad andare. In quest'ultimo caso, poi, nonostante diversi studiosi in passato vi abbiano riconosciuto all'opera la medesima bottega di Caviano, le similitudini si fermano alla dinamica con la quale il leone tiene il libro, al tralcio che gira nella fascia bassa e alla presenza degli Evangelisti (sebbene siano solo tre).
Tutto il resto denota più differenze che altro. Forse il confronto più pertinente, anche se sempre a livello di impaginazione generale, proviene nuovamente da una vasca battesimale anglosassone: a Brackley,in Northamptonshire, nel Magdalen College School il fonte battesimale presenta due livelli di decorazione, uno ad archetti intrecciati, l'altro costituito da un vigoroso tralcio molto simile a quello su cui a Caviano si appoggiano le figure. Insomma, I'impressione è che la vasca di San Polo sia il prodotto di una maestranza intrisa di cultura lombarda (intendendo tutto ciò che tra la fine dell'Xl secolo e la prima metà del XII si faceva di diverso rispetto alla nascente scuola di Wiligelmo e Nicolò, e nella fattispecie alludo al tipo di tralcio, agli animali e ai mostri), che opera tuttavia utilizzando spunti pertinenti alla cultura anglosassone o più genericamente nordica.
là di qualche labile confronto formale con i leoni del mosaico della cattedrale di Reggio (inizi XII sec.), con qualche altra scultura lombarda della prima metà del XII e con la vasca di Canossa.
Alcune belle immagini del fonte battesimale sampolese di Caviano, Iegato all'epopea di Matilde di Canossa.
SCHEDA TECNICA
Fonte battesimale tronco cilindrico leggermente rastremato verso il basso, in arenaria, fine Xl - inizi Xll sec.
Altezza vasca: 82 cm ca.
Profondità minima: 55 cm ca.
Profondità massima: 66 cm ca.
Diametro esterno: 1 1 9-1 20 cm ca.
Diametro interno: 90-91 cm ca.
Diametro interno alla base: 73-75 cm ca.
Labbro: 14-16 cm ca.
Profondità buco scarico: 16cm ca.
Rilievo figure: 2,5-3 cm ca.
Iconografia: battesimo, Evangelisti, animali e tralcio.
Vasca battesimale di Santa Maria Mddalena, Eardisley, Herefordshire, Gran Bretagna
Proprio recentemente Giuseppa Zanichelli ha scritto, in un contributo sulle Strategie comunicative nelle cattedrali riformate (2007), che all'inizio del XII secolo in territorio matildico è assolutamente normale trovare elementi desunti dalla cultura inglese. E l'inizio del XII secolo è anche una collocazione cronologica consona ai motivi decorativi e alla metodologia comunicativa della nostra vasca.
“Solo sul fronte battesimale di Caviano compaiono tutti i quattro Evangelisti”.
Data la scarsità di dati a nostra disposizione dobbiamo tuttavia essere prudenti e allargare la forbice temporale anche alla fine del secolo precedente, in accordo con quanto ipotizzato a suo tempo da Nerio Artioli. Il fatto poi che i fonti battesimali italiani che rappresentano il Battesimo di Cristo siano pochi e tutti databili dalla metà del XII secolo in poi, non deve, penso, creare molte difficoltà in questo caso, essendo la matrice di riferimento, in questo caso, diversa dagli altri. La vasca di Caviano, dunque, sarebbe stata scolpita nel periodo in cui la pieve era stata ceduta in enfiteusi ai Canossa (metà. XI - metà XII sec.) e più precisamente proprio nel periodo in cui era in vita la Grande Contessa. La pieve di San Polo comprendeva nel suo territorio anche quello di Canossa con i relativi castelli, ed era una delle pochissime chiese reggiane, per quanto se ne sa oggi, ad avere la cripta (insieme a Luzzara, Canossa e alla cattedrale di Reggio),ed era pertanto abbastanza importante da potersi permettere una vasca interamente scolpita. Nel panorama europeo, infine, sono veramente pochi i fonti battesimali certamente attribuibili a prima della fine dell'XI secolo, per cui al momento non ci sono valide ragioni per fare del nostro un caso più unico che raro.
Al di là degli aspetti tecnici, è interessante chiedersi come mai nel giro di pochi chilometri, tra l'imbocco della valle dell'Enza (Caviano) e i primi rilievi (Canossa da una parte e Bazzano dall'altra) ci siano ben tre fonti battesimali riccamente istoriati, pari circa a un quarto di tutti quelli scolpiti rimasti nel nord Italia tra X e XIII secolo. Probabilmente la risposta va attribuita a diversi fattori, dalla emul azione tra I'uno e l'altro alla presenza di committenti importanti come i Canossa e forse anche a una fortunata casualità. Infine, la lettura iconologica. Gli Evangelisti ci hanno raccontato la storia di Cristo e ne sono stati testimoni.
“L’impressione è che la vasca di San Polo sia il prodotto di una maestranza intrisa di cultura lombarda che opera tuttavia utilizzando spunti pertinenti alla cultura anglosassone o più genericamente nordica".
Fonte battesimale del Magdalen College School di Brackley, Northamptonshire.
Gli Evangelisti rappresentano la buona novella attraverso la quale i cristiani possono raggiungere la salvezza attraverso l'emulazione della vita di Cristo, qui sintetizzata dal momento principale della redenzione, il battesimo che redime dal Peccato Originale e che contemporaneamente qualifica il vaso come luogo della redenzione evidenziandone la funzione. Le avversità della vita, i pericoli da rifuggire, sono rappresentati, per contro, dai mostri che si accalcano tra i rami, che non per nulla fanno da ala al Battesimo insieme agli evangelisti dal lato opposto.
Questa, a grandi linee, dovrebbe essere la storia di uno dei fonti battesimali più interessanti e meno noti del nostro settentrione.
Sotto: vasca battesimale di St. Michael and All Angels, Castle Frome, Herefordshire.