GLI ARTICOLI SU MONTEPIANO
Anno 3 - Numero 32

TRACCE, FIABE DI UN TEMPO
UN VIAGGIO NEL PASSATO PER CONOSCERE O PER RICORDARE

di Rosina Trombi
C'è stato un tempo, nemmeno tanto remotro in cui gli adulti della cosiddetta famiglia patriarcale (nonni, zii...) amavano narrare ai bambini fiabe e racconti, che venivano accolti con attenzione e con vivo interesse perché, prospettando scenari affascinanti e misteriosi, sollecitavano l'immaginazione e la fantasia.
Oggi non é più così. L’apporto dei nonni per la custodia e la cura dei bambini resta, in molti casi, preziosissimo, ma il loro ruolo é cambiato. Non c'é più tempo per le fiabe, perché gran parte della giornata é dedicata alla scuola e ad altre varie attività e il "raccontare" é ormai demandato alla televisione, ai dvd, al computer.
Così mentre le fiabe d'autore sono d'attualità, perché trasmesse attraverso i mezzi tecnologici, le leggende e le storie della tradizione popolare e locale rischiano di scomparire per sempre, portando nell'oblio un ricco patrimonio di costume e cultura, che meriterebbe invece di essere salvato, riproposto, valorizzato.
Ecco dunque uno dei motivi per cui risulta degna di attenzione e di plauso la raccolta Tracce -fiabe di un tempo a cura della professoressa Elda Cotti, per il "Centro studi delle Valli del Grmina”.
In essa fatti e vicende del passato sono riportati alla luce e risultano freschi, coinvolgenti, capaci di suscitare curiosità e interesse, così come sembrano "risuscitare" i personaggi di allora, ricchi di originalità, umorismo, buon senso.
Il libro é opera di due autori, Bruno Ugolotti e Pier Luigi Sassi.
Il primo, emigrato in Perù, scrive in un dialetto misto di termini parmigiani e ceretolesi - dai luoghi di origine e di abituale frequentazione - facendo ricorso esclusivamente ai dati della memoria e della nostalgia. Il secondo, attento osservatore de1 proprio paese, "vissuto" da sempre, é un testimone puntuale dei progressivi, veloci cambiamenti che in esso si sono verificati, dalla metà del '900 ad oggi.
Intorno alle leggende che uno zio raccontava ad Ugolotti bambino, gravita un mondo rurale di duro lavoro, di sacrificio, di mistero, di paura, popolato di personaggi talvolta ingenui, talvolta scaltri, di padroni prepotenri e di servi oppressi e rassegnati, che si muovono in un ambiente naturale spesso difficile, lavorando una terra avara, parca di raccolti.
La paura svolge qui un ruolo dominante e la spiegazione di fatti e fenomeni apparentemente inspiegabili é quasi sempre cercata facendo ricorso all'intervento del diavolo.
Ignoranza e superstizione sono molto presenti e talora ci fanno sorridere, con una certa sufficienza, ma non possiamo nasconderci che anche oggi, nonostante gli enormi progressi della scienza, l'istruzione molto più diffusa e un’informazione perfino eccessiva, resta una “zona grigia” che né la logica né la scienza riescono a dissipare, per cui, pur senza ammetterlo apertamente, molti fanno ricorso ad amuleti, a sedicenti maghi, a guaritori prodigiosi, secondo la massima “non ci credo, ma non si sa mai...”.
Nei racconti non viene espressamente enunciata una morale, ma in alcuni ritorna il motivo delle malefatte che sono - o vengono ritenute - causa di sventura e di decessi, destinate a cessare solo dopo un'adeguata riparazione.
Così, né Lo spettro assassino il necroforo Messitilio, che per denaro viola le tombe della povera gente, per predisporre nel cimitero un posto più prestigioso ai più ricchi e potenti, trascorre notti di delirio e non si dà pace, fino a quando riesce a incontrare lo spettro, di cui ha violato la tomba e che ritiene responsabile - per vendetta - di alcune morti improwise.
Dopo aver recuperato le ossa, sotterrate tempo prima in una buca lungo il fiume, dà loro sepoltura e viene a sapere, dallo spettro stesso, che il suo compito é solo quello di accompagnare le anime nell'aldilà. Ora é venuto appunto per accompagnare lui, Messitilio, che l'indomani la gente del paese troverà cadavere, proprio nel cimitero.
E ancora, né La giustizia del diavolo i due mugnai, marito e moglie, che mescolando al grano la segala cornuta, naturalmente per aumentare il guadagno, seminano malattia e morte tra i compaesani, sono costretti a sparire letteralmente dal paese, per non essere linciati.
I racconti di Pier Luigi Sassi sono in genere più brevi, alcuni addirittura dei bozzetti e riguardano un'epoca più recente,   tanto   che   alcuni   dei
protagonisti sono ancora vivi nella memoria dei meno giovani.
Qualcuno, come Il tesoro del Fuso fa riferimento a leggende, ancor oggi note ad anziani dellazona, la cui origine trova motivazioni storiche precise; altri, tra cui L'urs da mnér a Modna e Garatun, ricercano e spiegano I'origine di termini ed espressioni tuttora in uso nel dialetto locale; altri, infine, come San Visens e Al Guby danno conto, con garbata ironia, dei rapporti tra uomini e donne, non sempre limpidi e "regolari", ma vissuti comunque con discrezione ed... eleganza. Qui la paura é solo marginale e, di solito, viene superata con un sano senso pratico.
Uno dei personaggi, lo zio prete dell'autore, affermaanzi che “la paura é figlia dell'ignoranza” ed esorta il nipote a studiare molto, per vincerla definitivamente (ln questo, come si é cercato di spiegare in precedenza, non possiamo dargli ragione del tutto... Ma forse quella nostra di oggi é senz'altro una paura d'altro genere...).
Nella narrazione si avverte costantemente un grande attaccamento al proprio paese e una genuina simpatia per i personaggi, oltre ad una struggente nostalgia per "quel" passato, difficile e duro, ma vissuto in condivisione e serenità.
Questo sentimento viene espresso con particolare efficacia nella poesia Le gnù sìra in clui, dopo una tenera rievocazione di momenti di vita, in un paese allora popoloso e animato, l'autore conclude: “Adessa an ghe pù gnent: le cme s'ag fuss passé la pésta.
In tal crusil an passa pù nissón e sun resté da me cmen'can i e intant le anca gnù sira.
Adesso non c'é più niente: é come se fosse passatala peste.
Nel crocile non passa più nessuno sono rimasto solo come un cane... e intanto é anche scesa la sera.
Il libro é di piacevole lettura ed offre contenuti interessanti per persone di età differenti. I giovani vi troveranno episodi, problemi, situazioni impensabili ai giorni nostri e un modo di vita totalmente lontano dall'attuale, che certamente essi non vorrebbero e non potrebbero mai accettare e affrontare.
Gli anziani rivivranno sensazioni e faranno riemergere ricordi che pensavano perduti per sempre e forse riconosceranno, tra i diversi personaggi, qualcuno che “sembra” o forse addirittura "é" loro vicino, per parentela, o affinità, o, semplicemente per comunione di pensieri, desideri, sentimenti.
Per informazioni: 3299640668
www.vallideltermina.it
“Fatti e vicende del passato sono riportati alla luce e risultano freschi, coinvolgenti, capaci di suscitare curiosità e interesse…”.