GLI ARTICOLI SU MONTEPIANO
Anno 3 - Numero 27
SERGIO SILVI, ARBITRO INTERNAZIONALE,
UNA VITA SUL RING
di Laura Monica

Uno-due, destro-sinistro-destro, schiva e rientra, affonda, guardia alta, il jab, il montante, l'uppercut, il diretto, il diretto di incontro. Una varietà di colpi e combinazioni, un patrimonio di soluzioni e possibilità, un'enciclopedia artistica di mosse. Questo è il pugilato: sport antico, nobile ed immediato che richiede coraggio, forza, intelligenza. Già inciso nei graffiti preistorici, narrato da Omero nell'Iliade e da Virgilio nell'Eneide: l'uomo che per difendersi attacca, che per attaccare si difende, che affronta, uno contro uno, nudo e crudo, faccia a faccia, corpo a corpo.
Mai sport è stato tanto criticato, frenato, bandito, eppure ogni volta il pugilato ne è uscito indenne, vincitore, ai punti, anche prima del limite. Stellare o clandestino, spettacolare. Proprio per la sua forza sincera, primitiva, epica: darle, non prenderle; schivare, confondere, al massimo legare; ci sei, non ci fai; ci metti la faccia, e tutto il resto, sempre; e sempre ci puoi rimettere. Però poi la passione, e la professione, il ring e il gong, Alì e Rochy, e mai come adesso il pugilato è frequentato. Non solo nei palazzetti ma anche nelle palestre.
Gente che si prepara alla boxe per prepararsi alla vita, che della boxe ruba gli allenamenti, lo spirito, la disciplina, i canoni, il risultato, il rischio e, ma questo vale in tutti gli sport, la fatica.Si, fatica tanta, e poi il rispetto per la sconfitta, per ricucire il proprio riscatto, e la lenta risalita, passo passo verso la vittoria.
E per questi aspetti della nobile arte della difesa che, "armata" di biro e block notes, decido di intervistare colui che è stato per tanti anni ed è tuttora, arbitro e giudice internazionale di moltissimi incontri di pugilato, Sergio Silvi, per saperne di più e per capire cosa si cela dietro ai guantoni indossati dai pugili, alle facce da pugni, alle facce piene di pugni.
Da dove è scaturita in Lei la passione per la boxe?
"Prima di vivere definitivamente qui a Cedogno, quando ero un giovane atleta abitavo a Milano e per circa tre anni ho frequentato la palestra 'Unione Sportiva Lombarda', dove ho praticato lo sport della boxe in veste di atleta. Nel 1969, quasi per gioco e senza grandi aspettative, ho iniziato ad intraprendere la carriera di arbitro, iscrivendomi a un apposito corso".
Da atleta, in pochi anni, sceglie di diventare arbitro e giudice della WBC. Come mai questa scelta?
"La scelta è stata un passaggio quasi obbligato. Mi spiego meglio: si entra nelle liste internazionali come la WBC (World Boxing Council), la WBA (World Boxing Association), IBF (International Boxe Federation) in un numero limitato. L'Italia, per regolamento, ha diritto solamente a tre arbitri-giudici per la WBC e occorre superare diversi gradi di livello: si parte con l'aspirante arbitro con due anni di corso, poi occorre frequentare altri quattro anni per diventare arbitro effettivo, successivamente altri quattro anni per essere arbitro nazionale e, infine, altri quattro anni per diventare arbitro internazionale. Alla fine di ogni step, bisogna sostenere un esame di idoneità che consiste in una prova scritta di domande sul regolamento, unita a una prova pratica sul ring con due pugili che simulano un incontro".
Qual è la differenza tra arbitro e giudice?
"L'arbitro è il direttore del combattimento e comanda sul ring, mentre il giudice scende a bordo ring e compila i cartellini dei punteggi da assegnare ai due pugili".
Può spiegare, semplicemente, ai nostri lettori cos'è la WBC (World Boxing Council)?
"Fondata nel 1972, la WBC è l'ente mondiale che regola i campionati mondiali dei pugili professionisti: ha sede a Città del Messico e il suo presidente è Josè Sulaiman".
Il pugilato è, per definizione, uno degli sport più antichi del mondo. Col passare degli anni sono stati introdotti importanti regolamenti. A prima vista sembra uno sport violento: conferma o smentisce?
"Non si può negare il fatto che il pugilato preveda uno scontro fisico violento, però, nello stesso tempo, e lo sport che presenta il massimo rispetto per l'avversario e per le regole: proprio queste ultime sone severe come lo sono altrettanto le visite mediche alle quali devono costantemente sottoporsi i pugili".
Quali sono le regole più comuni in vigore sul ring durante un incontro di boxe?
"Sul ring valgono le regole degli uomini leali. Vietati i colpi scorretti: per esempio, un colpo assestato dietro la nuca, ai reni e sotto la cintura. Più si sale di categoria e meno si riscontrano azioni scorrette perchè i pugili sono dei veri professionisti e, nel corso della mia carriera, ho sempre incontrato dei pugili corretti".
Ha conosciuto i più grandi campioni del mondo del pugilato, che ne hanno fatto la storia. Di quali si ricorda maggiormente?
"Sicuramente Cassius Clay, Marvin Hagler, Oscar De La Hoya, Frank Bruno, Vitali Klitscho, Nigel Benn, Benny Pachiao, solo per citarne alcuni".
Quali sono gli incontri più importanti e quali gli episodi che l'hanno maggior-mente coinvolta emotivamente?
"Tutti gli incontri sono stati importanti, ma ricordo con tristezza e profondo dolore un episodio: era il 1995 e durante un match sul ring di Las Vegas, perse la vita il colombiano Jimmy Garcia, uno dei due pugili che stavo giudicando. Il ragazzo, dopo i colpi ricevuti, cadde a terra, entrò in coma e morì in ospedale qualche giorno dopo per le gravi lesioni riportate. Fu un episodio veramente scioccante e ricco di carica emotiva, che porterò sempre impresso nella mente".
Chi è secondo Lei, il migliore arbitro di tutti i tempi ?
"Il migliore conosciuto durante la mia lunga carriera, è Arthur Mercante (deceduto qualche mese fa); seguono Richard Steel e Joe Cortez. Con tutti ho instaurato rapporti di grande stima e amicizia".
Esiste connubio tra cinema e pugilato. Sono usciti tanti film al riguardo: "Il colosso d'argilla" (USA, 1956 di Mark Roobson), "Cinderella Man" (USA, 2005 di Ron Howard) e il più recente e drammatico "Million dollar baby" (2004, di Clint Eastwood), solo per citarne alcuni. Quali di questi l'ha colpita di più e perchè?
"Tra quelli che ha citato, sicuramente 'Il colosso d'argilla', ma vorrei aggiungere altri due molto significativi per me: 'Lassù qualcuno mi ama' e 'Rocco e i suoi fratelli' al quale sono particolarmente legato, avendovi partecipato, come comparsa, durante le prime scene del film girate proprio nella palestra 'Unione Sportiva Lombarda' dove ho iniziato la mia carriera".
Come crede si evolverà il mondo della boxe? Verranno fissati nuovi regolamenti?
"La boxe sta vivendo un momento di stasi e non ci sono per il momento, grandi promesse sul panorama mondiale.
Il pugilato è uno sport che comporta grandi sacrifici a cominciare dalla cultura della sconfitta; prima attraeva molto per i guadagni, ora invece ci sono tanti altri sport che offrono guadagni immediati con meno sacrifici. Per quanto riguarda i regolamenti, la WBC è molto innovativa essendo stato il primo ente mondiale a ridurre le 15 riprese a 12, la prima federazione che ha imposto un controllo del peso dell'atleta fino a 15 giorni prima dell'incontro con l'obbligo di non superare i 5 kg di peso della categoria per la quale si combatte.Inoltre, ha predisposto la visita radiologica e cardiologica oltre ad una tac da effettuare un mese prima del match. Da due anni è stata introdotta la lettura dei cartellini ogni 4 riprese e il peso dei guantoni è stato aumentato da sei a otto once. Sempre la WBC ha introdotto due importanti comandi: il time out (rivolto al cronometrista che ferma il cronometro per motivi tecnici) e il time on (con cui si fa ripartire il tempo della ripresa interrotto dal time out).
Infine è stato stabilito l'obbligo del conteggio del tempo con il pugile a terra anche nel corso dell'ultima ripresa".




Sergio Silvi, nativo di Castelnuovo Monti, attualmente vive a Cedogno di Neviano Arduini; è stato pugile dilettante e nel 1969 ha frequentato i corsi per diventare arbitro-giudice nel 1978. Ha superato gli esami internazionali entrando, unico italiano, nel 1993 nella WBC. Oltre cento gli incontri internazionali da lui diretti; il più recente, come giudice di gara, su nomina del presidente della WBC Josè Sulaiman, il 29 maggio 2010 in Germania.
In alto: 1984. Inizio carriera: incontro tra Pellicciari e Visini.
Un'ultima domanda. Com'è attualmente, il panorame pugilistico femminile?
"Le donne, dal punto di vista della grinta e dell'aggressività, non hanno niente da invidiare agli uomini: ho arbitrato Simona Galassi (campionessa mondiale italiana dei 50 kg) ed Hena Henzer (campionessa mondiale tedesca dei 57 kg). Oggi la boxe femminile sta riscuotendo un grande successo ed ha un buon seguito. La 'boxeur' femminile più forte che ho conosciuto finora è stata Leila Alì: una vera forza della natura!".
E se lo dice lui, noi ci crediamo! In attesa di Londra 2012, prima olimpiade della boxe al femminile in cui sicuramente le ragazze dimostreranno di essere il futuro per la loro straordinaria determinazione.
Sopra: Convention di arbitri della lista WBC: da sinistra, Massimo Barrovecchio, Guido Cavalieri, Sergio Silvi.
Sotto: 1994, Siviglia: Silvi e il grande campione Marvin Hagler.
1995, Las Vegas: L'ultimo combattimento di Jimmy Garcia.
1997, Ghana: arbitri e giudici pronti in divisa per il campionato internazionale di pugilato.