GLI ARTICOLI SU MONTEPIANO
Anno 3 - Numero 26
FAVIANO, UN PAESE DA RISCOPRIRE
Un gioiello dell'Appennino parmense che conserva inalterato il suo fascino nel tempo
di Loredana Possentini
Chi volesse visitare il paese di Faviano (circa 400 metri d'altitudine) può raggiungerlo o percorrendo il fondovalle, dove scorre iI torrente Termina di Torre, in direzione di Neviano degli Arduini o risalendo la strada che da Langhirano porta a Mulazzano. In quest'ultimo caso, alla sommità della collina troverà un duplice cartello stradale: Faviano Inferiore e Faviano Superiore. Il paese, infatti, è diviso in tre
gruppi principali di case: quelli menzionati e un altro, Pila, situato sulla strada che dal fondovalle porta a Nigrizzano.
A Faviano superiore si trovano alcuni nuclei abitativi, poco conosciuti, risalenti al XVI-XVII secolo, che recenti e accurati restauri hanno cercato di riportare al loro primitivo aspetto.
I proprietari non sono originari della zona, come altri che negli ultimi decenni hanno acquistato le case di quei favianesi che si sono prevalentemente trasferiti a Parma, Langhirano e Traversetolo.
Che cosa li ha convinti a scegliere questa località che, tra l'altro, non ha luoghi di ritrovo né servizi? (Un tempo c'era l'osteria con un gioco da bocce e un grande locale al piano superiore dove si ballava in occasione di grandi feste).
Forse, ad attrarli è stata proprio questa atipicità, insieme alla bellezza e all'autenticità del paesaggio.
Il gruppo di case di Faviano inferiore è diviso urbanisticamente in due nuclei, separati dalla chiesa parrocchiale, ciascuno caratterizzato da case a torre.
La prima delle quali si trova prospiciente la strada che collega il borgo con Langhirano. Il fabbricato reca in facciata una stretta mensola di colombaia, mentre il soffìtto di gronda conserva traccia di un'antica fascia affrescata. Lo stesso fabbricato delimita il fianco di un vasto caseggiato porticato che si affaccia su un ampio cortile. Il complesso, chiamato "La
Corte", è un raro esempio di edificio rurale-residenziale, a corpo allungato, abbellito per tutta la lunghezza da uno spazioso loggiato sopraelevato, cui si accede tramite tre rampe di scale. Gli archi poggiano su colonne in laterizio, delimitate da cornici in cotto, lo stesso materiale usato per la pavimentazione. La parte sottostante, in terra battuta, serviva al ricovero degli armenti e in parte come cantina-dispensa.
Risalendo il pendio che fiancheggia la chiesa, si raggiunge un nucleo di caseggiati dominato dalle altre due case torre.
La prima, di minori dimensioni, si erge a lato di un portale che introduce nel complesso edilizio. Il fabbricato, a pianta quadrata, è delimitato da un tetto a doppio spiovente con un soffittino di gronda a dente di sega.
La seconda casa a torre è a pianta rettangolare, articolata su due piani d'abitazione, con un tetto a quattro spioventi, decorato anch'esso in gronda da una cornice in laterizio disposto a dente di sega. Al secondo piano compaiono due finestrelle quadrangolari, sorrette da stipiti irregolari in arenaria, materiale dei posto.
La superficie delle pietre presenta tracce fossili, testimonianza di un remoto bacino marino, mentre alcune raffigurazioni simboliche e sporti antropomorfi richiamano un significato magico-augurale.Oltrepassato il portale che si apre sul fianco meridionale del complesso, si entra in una piccola corte, chiusa da costruzioni attribuibili al XV-XVI secolo, con evidenti tracce di antichi portali e finestre tamponate.
La chiesa parrocchiale, dedicata a Santa Maria Assunta, è caratterizzata da una facciata lineare, delimitata da un timpano marcato con una grossa cornice perimetrale . A lato del fabbricato si innalza il campanile sormontato da una cella campanaria sorretta da colonnine in arenaria.
La costruzione si affaccia su un ampio sagrato, una "balconata"che consente allo sguardo di ammirare l'alternarsi di campi coltivati, boschi e case della Valle del Termina. Sino a qualche decennio fa era abbellito da un paio di maestosi secolari castagni che regalavano la loro ombra ai fedeli prima e dopo le funzioni religiose. La chiesa, in origine , era posta più a monte rispetto all'attuale (luogo denominato "Chiesavecchia'). Come Cappella è ricordata nelle decime
del 1230 in cui figura dipendente dalla Pieve di Cavana (cappella de Flaviano in Plebe de Cavana), mentre, secondo l'Estimo del I394, risulta alle dipendenze del Vescovo di Parma.
Nel 1520 don Giorgio Terrezoli amplia la Cappella trasformandola in Chiesa, per divenire Parrocchia nel 1564, guidata da Don Francesco Baresini.
Franò a valle n eI 1750 e per trent'anni le funzioni furono celebrate neIl'oratorio di Sant'Antonio da Padova, eretto da Domenico Ciati nel 1693, restaurato e ribenedetto nel 1746, proprietaria la famiglia Ugolotti.
L'edificio, prossimo alla chiesa e oggi sconsacrato, presenta ancora tre nicchie affrescate e una pregevole finestra lobata in laterizio. Il vescovo Pettorelli-Lalatta, che benedisse il nuovo fabbricato della chiesa il 14 agosto 1782, per placare le discordie tra gli abitanti di Faviano inferiore e Faviano superiore, stabilì che questi ultimi, più distanti, dovessero contribuire alle spese di manutenzione per un terzo.
All'interno della chiesa si trovano, nella cappella di destra, un tabernacolo (seconda metà del'600) con un Cristo risorto di buona mano, nell'arcone del presbiterio coppia di bracciali portacero (seconda metà del '700), nell'abside poligonale la statua dell'Assunta (seconda metà del '700).
L'ultimo significativo gruppo di case di Faviano è chiamato Pila. Vi si trova il mulino del paese che, situato alla sinistra del torrente Termina, ha cessato I'attività nei primi anni Settanta.
L'edificio, in sasso a corpi giustapposti con copertura a capanno, è stato trasformato in residenza; una placca d'intonaco porta l'incisione "M 1889". L'opificio compare nella mappa catastale del 1822 appartenente ad Ugolotti Luigi e successivamente ai suoi discendenti fino agli anni Sessanta.
Originariamente, gli impianti erano costituiti da ruote orizzontali che azionavano due coppie di macine: una per il frumento e l'altra per la mistura. Nel 1920 fu installato un motore a scoppio che permetteva di usare gli impianti anche in caso di scarsità d'acqua nel torrente.
NOTIZIE STORICHE
Recenti scavi archeologici, nei terreni prossimi al torrente Termina, hanno riportato alla luce sepolture databili al 1500 e 300 a.C.; pertanto, gli insediamenti umani più antichi rinvenuti finora sono riconducibili all'età del bronzo.
Faviano è citato in una pergamena del 1005 nella quale il vescovo Sigifredo II conferma le proprietà del monastero di San Paolo in Parma "quo dedit ado de Fabiano".
La stessa località è menzionata in un altro documento datato 31 marzo 1038 dove si legge: "Rimbertus presbiter, habitator in loco Niviani, ubi dicitur valle, accepi a te Azo de Antesica preciu. Actum in Flaviano".
Nelle decime del 1230 è nominata la " cappella de Flaviano in Plebe de Cavana", mentre neil'estimo del 1394 la chiesa è indicata tra quelle direttamente dipendenti dal vescovo di Parma.
Antico feudo della famiglia Rossi, passò in seguito ai conti Gigli-Cervi che lo mantennero fino alla soppressione dei feudi, all'inizio dell'Ottocento.
Attualmente, gli abitanti di Faviano sono circa 120. Lo spopolamento, nel corso della seconda metà del Novecento, è stato consistente, se il censimento, per fini fiscali (tassazione del sale), di domenica 3 dicembre 1581, rilevava che gli abitanti, distribuiti in 50 famiglie, erano 307, il doppio del precedente censimento deI 1415.
La stessa descrizione riporta che il numero medio dei componenti ciascun nucleo familiare era di 6,1 persone, dedite prevalentemente all'agricoltura e all'allevamento.
Si trattava, dunque, di una società di tipo rurale che aveva quale scopo primario l'autosuficienza della famiglia.
Non tutte possedevano "bestiami grossi" (bovini), ma pochissimi erano privi di quelli "minuti" (ovini).
Anche allora non mancavano le migrazioni (Faviano il 24 %), ma erano stagionali, volte alla ricerca di un lavoro i cui proventi dovevano integrare i profitti di una magra e stentata agricoltura di montagna.
ln alto: uno scorcio di Faviano
inferiore.
A lato: sporto antropomorfo su un muro di Faviano inferiore.
Dall'alto, alcune emergenze storico-architettoniche di
Faviano: casa a torre, chiesa, loggiato del complesso "La Corte", nella parte inferiore del paese, e un'abitazione in quella superiore.
Dall'alto a sinistra: casa a torre
a Faviano inferiore, incisione che spicca su un portale di Faviano superiore e facciata del Mulino Pila.
BIBLIOGRAFIA
C. Cervi, Guida all'Appennino Parmense, ed. Battei.
R. Lasagni, Uomini e bestiame nelle Valli del Termina, in "Valli del Termina", quaderno n 2 , edizione del Centro Studi 2000.
l. Dall'aglio, La diocesi di Parma, vol. l, Tipografia Benedettina, 1966.
C. Bertogalli, Redattore Centro
Studi delle Valli del Termina.