GLI ARTICOLI SU MONTEPIANO
Anno 3 - Numero 25
LODRIGNANO UNA GIORNATA CHE RACCONTA DI ANTICHI PERCORSI, STORIA E LEGGENDA
di Camillo Bertogalli ed Elda Cotti






Il paese di Lodrignano, nel comune di Neviano degli Arduini, si estende sul crinale di una costa fra la Termina di Castione ed il torrente Enza, a 527 metri di altitudine.
La prima nota scritta è ricavata da un atto di vendita datato 8 marzo 991 da parte di Prangarda, figlia del marchese Adalberto Atto, capostipite dei Canossa, di alcuni possedimenti pertinenti la corte di Viliniano, tra cui quelli posti in locas et fundas quae dicitur Lodrignano, al diacono Raimbaldo della pieve di Borgo San Donnino. Lodrignano, in seguito feudo di Casa Albicini di Forlì, non ebbe alcuna fortificazione.
La cappella di San Lorenzo, citata nel Rotolo delle Decime - Rotulus Decimarum - del 1230 e soggetta alla Pieve di Sasso, Ecclesia S. Laurentii de Lodrignano in Plebe S. Mariae de Saxo, diventò Chiesa Parrocchiale daI 1564.
Nella Visita Pastorale di monsignor Magani nel 1898 la chiesa viene così descritta: ad una sola navata con coro e sagrestia, m 16 di lunghezza e 6 di larghezza e può contenere 350 persone. Nella chiesa vi erano le sepolture dei sacerdoti e di alcune famiglie notabili mentre avanti alla chiesa vi è un angusto cimitero senza croce e senza cancelli, i sepolcri di questa chiesa sono tutti chiusi con calce. Nel piccolo campanile vi sono installate tre campane fatte fondere nel 1870 da d. Paolo Ceretoli, una di esse si suona in occasione de turbini e tempesta e anche per risse e fuga di ladri come anche a martello. L’edificio fu abbattuto in seguito ai gravissimi danni causati dal terremoto deI 1920 e la riedificazione della nuova chiesa, sullo stesso sito della precedente, iniziata nel 1921, terminò nel 1926. Seguì la consacrazione nel 1927 alla presenza del vescovo Conforti e nel 1928 la posizione definitiva delle campane nella torre campanaria, prima provvisoriamente sistemate su traliccio di legno. La chiesa è fornita del Beneficio di San Francesco, ordinato da Francesco Ferrari nel 1687 per I'Oratorio del castello di Tizzano, ma fondato a Lodrignano in quanto detto Oratorio era stato nel frattempo sospeso.
All’interno, nel presbiterio, un olio su tela della seconda metà del Seicento con Madonna e il Bimbo fra testine di angeli, i SS. Lorenzo, Carlo Borromeo; riccamente intagliata la cornice.
Del XVI secolo un trittico di sedie ricoperte di cuoio e borchie. Artistico l'altare maggiore in marmo.
Visitando il paese, si notano alcuni edifici di interesse architettonico eretti nel XVII e nel XVIII secolo. Tra i più antichi è il palazzo della corte Zanetti, all' ingresso dell' abitato. La mole attuale dell'edificio è frutto di modifiche che si sono attuate nel corso dei secoli.
A testimoniare l'antica nobiltà del palazzo stanno ancora alcune pietre lavorate e tre bassorilievi inseriti nei cantonali dell'edificio: un volto umano con probabili finalità apotropaiche, che saluta per primo chiunque entri in paese, due figure umane di cui una intenta a trasportare qualcosa sopra il capo e, il più interessante di tutti, un cavaliere seguito da un fante a leggerissimo rilievo.
Poco più avanti, un edificio presenta un arco d'ingresso in arenaria con incisa la data 1619. Interessante pure casa Ceretoli, tuttora di proprietà dell'antica famiglia parmense.
Proseguendo a piedi, si arriva a Tegge, la località più alta del paese. Molto suggestivo il percorso naturalistico al crinale di monte Lupo, lungo la strada mulattiera che un tempo collegava il paese a Bazzano. Da qui lo sguardo spazia a 360 gradi, allungandosi ai castelli di Rossena, Canossa e alla valle del Tassobbio sul versanre dell'Enza, alla Pieve di Sasso ed ai castagneti del monte Fuso a mezzogiorno, alla Pieve di Bazzano e alla valle del Termina di Castione, con il castello di Guardasone verso Nord.
Oltrepassate le ultime case del paese, percorrendo la strada sterrata di crinale in direzione del monte Farneto, si giunge al luogo dove esisteva Rivarola, villaggio scomparso alla metà del XVI secolo in seguito ad una frana e, da un'antica mappa, collocato ad un miglio e mezzo da Lodrignano, daBazzano e dal torrente Termina.
A Rivarola esisteva una cappella dedicata a San Lorenzo, soggetta anch'essa alla Pieve di Sasso, dotata del Beneficio di San Lorenzo, assegnato alla chiesa di Cedogno dopo la scomparsa del villaggio.
Dal XVI secolo il territorio di Lodrignano, percorso sulla strada di crinale da una delle vie del sale, che da Parma, via Traversetolo-Guardasone-Bazzano, portava a Linari, veniva ad occupare una posizione strategica nel trasporto di prodotti. Il paese, equidistante da Bazzano a Nord, da Scurano a Sud, entrambi appartenenti al Ducato Estense, era controllato dalle guardie confinarie del Ducato di Parma per contrastare il contrabbando fra i due Ducati.
Il maggior trasporto abusivo avveniva proprio fra Lodrignano e Bazzano, nella zona di confine Monte Farneto-Monte Lupo, Ia cui natura impervia facilitava la fuga di quei contrabbandieri che, con il sacco in spalla ( molto più tardi denominato "bricolla" ), pieno di carbonella, ghiande, ginepro, riuscivano ad eludere la sorveglianza delle guardie confinarie di stanza nel paese.
I più cruenti contrasti di confine fra i due Ducati avvennero nel 1630 quando, a causa della Peste che stava decimando le popolazioni di Lupazzano, Castione e Guardasone, paesi a ridosso dei confini del Ducato Estense, si attuarono misure drastiche, come il taglio di strade e ponti per scongiurare il passaggio di persone o cose infette. Di seguito un interessante memoriale inviato all'incaricato alla Sanità di Bazzano, al Duca di Modena, tramite il Podestà di Scurano:
"Serenissímo Signore,
In ordíne del Síg. Podestà di Scurano allí deputati sopra la Sanità dí Bazzano per gratía di V.s Alt. Ser.ma così asserì Gio.Batta. Costa uno d'essí deputatí che si dovettero mietere le biade dí parmigiani ch'erano nel territorío di Bazzano, per ordinare dei correnti influssi di contaggío et in esecuzione di tal ordine sieno mietuti molti grani d'essi parmeggiani in terre vicine a confini del parmigìano, da quali inanzi tal ordíne parimenti quietassero. Tuttavia non molto dopo vennero a miettere ín alcuni territori píù íncorporatì nel territorio dí Bazzano de primi, et hanno per sé molto spianata una strada, che và da Bazano a Ludrignano luogo di Parma, tagliata per ordine sudetto per vietare íl commercío con le genti sospette afinché detta tagliata sía dentro da confini circa un quarto di miglio, hora gli uominí d'esso intendono, che fossero quelli che Ii hanno mietuto dette biade e si faccia processo criminale al foro del'Langhirano che tratta dí condanarli; perciò di oratori fidelisti suddetti di V. A. dubbiosi che prevedano in convenienti grani, come occorse del mese passato che li parmígiani in armata con violenza mieterono dei grani sul detto territorio di Bazzano verso Castione di Parma, e con loro scaramuzzare con archibugiate per molte ore, come tengo ch'ella ne sia informata, e questí vanno provocando con parole ingiuriose le lor guardie, supplico V A. Ser.ma a degnarsi fare quella guarnigíone, che dalla somma di lei prudenza sarà gíudícata ispediente per quietezza e salvezza de loro sudditi.
Che della gratia pagheranno S. A. S. per la conservazione della Sereníssíma sua Casa...
Per íl Comune dì Bazzano."
ATTIVITÀ MOLITORIA NEL TERRITORIO
Vi erano due mulini ad acqua: il primo, Mulino di Monticelli, già esistente alla fine del XVIII secolo sul torrente Termina a valle di Magrignano, di proprietà Pettenati, era chiamato anche Mulino di Montichiello.
A quattro mole in grado di macinare sia il frumento sia le misture di grani grossi, fu distrutto da una frana nel 1830. In un rogito datato anno XII Reipubblica Gallica ( 1804 n.d.r.), Domenico Pettenati, fra i beni destinati al figlio Giuseppe affinché possa ultimare gli studi e diventare sacerdote, cita questo mulino più una pezza di terra denominata La Latta o Cereto.
Nel 1833 l'opificio venne ricostruito più a valle in località Le Mole dai fratelli Mazzini e dal 1922 venne denominato Mulino delle Mole. A tre macine, utilizzato dagli abitanti di Lodrignano e di Lupazzano, cessò l'attività alla fine degli anni 50 per mancanza d'acqua.
A fianco dell'edificio ancora esistente, un concio con l'immagine della Madonna reca la data 1893 M. F. (Mazzini Fratelli).
Il secondo, detto Mulino Boschi o di Magrignano, condotto dal 1833 da Costa Francesco, serviva Lodrignano, Sasso, Mediano.
La già saltuaria attività dei due mulini, condizionata dalla portata d'acqua del torrente Termina, fu interrotta per alcuni anni in seguito all’imposizione della Tassa sul macinato del 1868, per mancanza di meccanismi di misura necessari a determinare l'ammontare dell'imposta da pagare. Un terzo mulino dall’impianto tuttora esistente, funzionante ad elettricità e quindi attivo tutto l'anno, fu installato neI 1946 nell'abitazione di proprietà Garbasi Giovanni in località Sella di Lodrignano e rimase operante fino al 1991.
CENNI DI STORIA DEMOGRAFICA DEL PAESE
La Nova Refformatione taxe salis - tassa sul sale - del 1462, ordinata da Francesco Sforza, imponeva ad ogni capofamiglia il ritiro di una certa quantità di sale per ogni componente (bocha) la famiglia (foco) e un ulteriore tassazione, pari a tre quarti della somma dovuta, sui valori dei beni.
Erano esclusi dalla tassazione i bambini di età inferiore ai 10 anni, gli adulti oltre i 70, gli abitanti della città, gli aristocratici ed i religiosi. Tale forma di censimento rileva per Lodrignano 35 abitanti su 9 fuochi ed un'imposizione di 56 libbre di sale per ogni foco. Pur risultando uno dei paesi meno popolati, registra un valore medio dei beni pari a 10,36 lire, fra i più elevati nel territorio nevianese, in linea con i paesi della fascia occidentale del comune, all'epoca mediamente più ricca.
Sono presenti le famiglie Pregnesi (De Pregnexijs), Croci (De la Cruce), Del Rio (De la Riva),Borselli, Borella (De la Borela).Dal Zornale imbotature vini Porte Nove del 1435 in cui si tassavano i produttori di vino, a Lodrignano c'erano 3 vigne con una produzione complessiva di 11.596 litri di vino, 17, 3 Iitri/biolca (nella media del territorio nevianese, pari a 16,3litri/biolca).
Nel XVI secolo dalla compilazione degli Stati delle anime - Status Animarum - riportata nei registri parrocchiali del paese, preziosa fonte di dati demografici, si rilevano i cognomi Basoni, Biavardi, Cavallari, Mistrali, Pettenati, Bottazzi, Del Monte, Gallani, Ugolotti.
Descritione delle boche humane, et de le bestie bovine, et pecorine del 1581. Da tale censimento a Lodrignano ci sono 16 famiglie per un totale di 92 abitanti, 204 capi di bestiame: 58 bovini, 3,6 per famiglia, valore massimo del Nevianese, e 146 fra caprini e ovini. Luchino Dalla Croce possiede ben 35 capi di bestiame. Nel XVII secolo si aggiunsero le famiglie Corradi; nel XVII secolo Zanetti e nel
LEGGENDA DEI SASSI DI LODRIGNANO
Tanto tempo fa, si raccontava a Lodrignano di un fenomeno ai confini della leggenda: per anni dopo il tramonto, dall'alto del monte su cui sorgeva il borgo, cadevano sassi nelle aie delle case sottostanti, accumulandosi in tale quantità da impedire agli abitanti di uscire dalla propria abitazione. Ma, sul far del giorno, tutto era sgombro.
Gli abitanti del borgo ricordavano che lo straordinario fenomeno si era verificato la prima volta dopo la triste fine nell'Enza della madre della compaesana Maddalena che, alla ferale notizia, si diresse di corsa verso il torrente.
Nel medesimo istante i sassi cominciarono a sollevarsi da terra e a ricadere nelle aie delle case ai piedi del monte, formavano cumuli per turta la notte ed, inspiegabilmente, scomparivano all'alba.Si cercò di collegare il fenomeno alla misera vita della madre di Maddalena che, rimasta vedova con i piccoli da sfamare, si augurava, una volta diventati grandi, di raggiungere il marito.
Ma qualche paesano rammentava anche che la povera donna, nonostante le restrizioni in cui viveva, aveva più volte allontanato un pretendente che, rifiutato, le predisse la morte.
Il misterioso fenomeno si ripeteva ogni sera e Maddalena, in preda allo sconforto e allo sgomento che notava nei suoi compaesani, una notte, prima dell'alba, abbandonò il paese senza mai farvi ritorno.
Da quel giorno il fenomeno cessò, lasciando il paese avvolto nel mistero delle tenebre.
XIX secolo Costa, Musi, Carbognani, Solimei, Puglia, Boschi, Bernini, Fagioli, Malori; nel paese vivevano complessivamente 300 abitanti. Alla fine dell'800 il numero della popolazione subì una forte diminuzione: molti Lodrignanesi emigrarono in America, Francia, Inghilterra, Svizzera. Nel dopoguerra il flusso migratorio continuò prevalentemente verso Parma e il Nord Italia.
Attualmente Lodrignano ha una popolazione di 132 abitanti, in lieve aumenro rispetto all'ultimo censimento.
Sopra: una bella panoramica di Lodrignano.
Le prime notizie su Lodrignano risalgono all'8 marzo 991.
Sopra: un antico portale che impreziosisce l'abitato.
Sopra: una veduta invernale del paese.
Sopra: Un momento della visita a Lodrignano del Centro Studi delle Valli del Termina.
Sotto: Lodrignano è ricca di edifici degli ultimi due secoli, alcuni dei quali (come mostra questa fotografia) recuperati e ristrutturati con gusto e nel pieno rispetto della tipologia architettonica originaria.
"Nel '400 pur risultando uno dei paesi meno popolati, Lodrignano registra un valore medio dei beni pari a 10,36 lire, fra i più elevati nel territorio nevianese".
Sotto: un angolo del paese in cui convivono armoniosamente case di stili e periodi diversi.