GLI ARTICOLI SU MONTEPIANO
Anno 3 - Numero 23
UNA PERLA DEL TERRITORIO NEVIANESE
VISITA AD URZANO: FRAMMENTI
DI STORIA, MUSICA E PITTURA
di Camillo Bertogalli ed Elda Cotti
Urzano è una frazione del Comune di Neviano degli Arduini posta nella parte alta della valle del Termina di Torre, a 479 m di altitudine. La località viene citata per la prima volta in un documento datato 11 giugno 948, riguardante una donazione di Re Lotario al conte Mongifredo, in cui si parla di beni posti in parte verso in Orceano. In un testamento successivo redatto dal Marchese Delfino Sanvitale, su una donazione a favore della chiesa di Parma, compare un testimone a firma Iacobus de Urzano.
La Capella de Urzano in plebe de Saxo., cappella dipendente dalla Pieve di Sasso, viene menzionata nel Rotulum Decimarum del 1230. Questa antica cappella, a monte della località Bricola, a sud ovest dell’attuale chiesa, già nel 1494 viene dedicata a S. Vincenzo martire, e diventa parrocchia nel 1564.
Verso la metà del secolo XVII il Vescovo di Parma Mons. Nembrini, in occasione della visita alla chiesa, prese atto della “ruinosa” situazione e “del gravissimo pericolo” incombente sui fedeli per la precaria staticità dell’edificio che minacciava di crollare; ordinò di provvedere, minacciando l’interdizione del luogo. La popolazione decise pertanto di contribuire per erigerne una nuova, ma gravi i dissidi circa la sua collocazione. Con l’arbitrato del Vescovo, si riuscì a definire il sito adatto, l’ attuale in posizione centrale rispetto al paese; il terreno su cui sorgeva la prima cappella è chiamato col toponimo Chiesa Vecchia.
La nuova chiesa, iniziata nel 1656 su terreno di proprietà di Gabriele de la Nive fu terminata nel 1661,con il generoso contributo del parroco don Simone Patrizi e di molti parrocchiani fra cui Pietro de la Brichola, Martino e Galeazzo de la Brichola e Gabriele de la Nive. Di epoca posteriore sono le bifore in pietra della cella campanaria sostenuta da colonne cilindriche in arenaria; su uno degli archetti è scolpita la scritta MDC DNUS RHLARI in onore di don Ilario Andrei che fece ultimare il campanile in stile romanico. La facciata fu rifatta nel 1935 con mattoni a vista e nel 1965 installato l’ orologio e riacquistata la campana principale essendo la precedente requisita durante la seconda guerra mondiale.
Internamente la chiesa è dotata di 14 quadri ad olio su tela rappresentanti la Via Crucis, dipinti da Paolo Ferrari nel 1776; degli otto dipinti riguardanti gli apostoli S. Giovanni Evangelista, S. Giacomo Minore, S. Giacomo Maggiore, S. Tommaso, S. Andrea, S. Filippo, S. Simone e S. Pietro ne rimangono soltanto due.Il dipinto ad olio su tela del XVII secolo, dietro l’altare maggiore, rappresenta la nascita di S .Vincenzo Martire e la gloria del martirio. L’opera è racchiusa in un’ancona in legno scolpito a motivi di foglie dorate; le colonne scannellate reggono in cimasa una tela dipinta ad olio raffigurante La Natività di Gesù con la Madonna e S. Giuseppe in adorazione.
Il quadro fu commissionato dall’allora Prevosto don Simone Patrizi,come risulta dall’iscrizione A. D. 12 oct 1661 Simon Patricius Rector sulla mensola lignea reggente le colonne dell’ancona
L’altare maggiore è un raro esempio di manufatto in cartapesta dorata del XVII secolo; elegante la fattura dell’originale tabernacolo a forma di tempietto con dipinto il Cristo risorto, ora sull’altare laterale, dedicato a S. Vincenzo .
All’entrata della chiesa, a destra, lo stallo in legno intarsiato con lo stemma dei conti Porcelli Dalla Palude, ultimi eredi dell’antica famiglia dei feudatari della zona. Da notare che il primo Parroco di Urzano fu don Manfredo Palù 1494-1537 appartenente anch’esso alla nobile famiglia Dalla Palude.
Degne di rilievo nella chiesa la proporzione delle varie componenti, il volume dell’abside e l’imponenza delle sue alte e snelle capriate.
Nel territorio della parrocchia sorgeva l’Oratorio di S. Antonio da Padova detto della Briccola ; dall’atto di fondazione rogato dal notaio Cocconi, in data 30 ottobre 1529, per conto delle famiglie
Bricoli, Cotti, Cavirani e Fratti. Dalla Visita Pastorale del 1766 :” Per l’Oratorio della Bricola pagarono per avere le 4 parti di Jus £ 14 il sig. Capitano Bricoli Domenico, £ 19 Carlo e fratelli Fratti, Francesco e fratelli Bricoli, Giovanni e Michele Cotti, Mario Cavirani, Domenico Ilariuzzi, le famiglie Boselli e i signori Simonetti per avere il jus nel detto Oratorio - li. 24 luglio 1766”.
Dell’Oratorio che sorgeva in località la Bricola rimangono solo alcune tracce presso un’abitazione privata.
Nel paese esisteva fin dal XVI secolo una bettola con annessa osteria, criticata spesso dalle autorità ecclesiastiche per motivi morali. Don Bondani nel 1789 scrive al vescovo Pettorelli Lalatta: “ Il padrone e oste attuale è Giuseppe Massari d’Urzano…..Vende pane e vino e non serve al comodo di veruna strada maestra, ma solo per saziare gli intemperanti bevoni del vicinato e per ricoverarne i scioperati e gli oziosi che si trattengono al gioco nei giorni festivi tutta la notte……”. Oltre la Chiesa, lungo la discesa del paese verso il torrente Termina, è situata casa Bricoli, dove trascorse l’infanzia e buona parte della sua vita il pittore Bruno Bricoli , in arte Colibri ( 1926 - 1996).
Professore ordinario di Economia Politica presso la facoltà di giurisprudenza dell’Università di Parma,
si distinse sia come narratore che come pittore naif. Numerose le mostre personali in Italia, Austria e Francia con riconoscimenti e risultati molto lusinghieri. ”Uomo di profonda cultura umana e scientifica -scrive Marzio Dall’Acqua -, la cui ispirazione nasce da un ritorno al mondo dell’infanzia, ad un piccolo paese dell’Appennino parmense, Urzano che diviene un microcosmo dell’Italia, della fame,e della violenza subita, dell’ignoranza, ma anche di un modo di essere uomini che ci siamo dimenticati”.
Serafino, Probo, Alceste, Ferdòn, La signora maestra Olga Rondani, Cecco, Le tre Marie,
Pietro del sarto, solo una parte della sfilata di personaggi urzanesi di un tempo, rivivono nei suoi dipinti dagli inconfondibili sfondi celesti, dagli alberi spogli ed afflosciati, e diventano protagonisti di racconti ricchi di profondo sentimento di giustizia e di amore raccolti in “Cose di quassù” , “La nuvola delle favole” e “Parmesan la violette”.
A Sud del paese spicca l’antica casa a torre dei Bonfanti, e nei pressi si trova una piccola cappella votiva della fine del XIX secolo, dedicata alla Madonna dalla famiglia per lo scampato pericolo ,in seguito ad un gravissimo evento atmosferico che aveva distrutto tutti i raccolti, e danneggiato case, eccetto i beni dei Bonfanti. Era uso chiamare i fedeli alla recita del S. Rosario nella cappella, soffiando in una grossa conchiglia detta lumega, il cui suono si sentiva anche dalle case più distanti del borgo.
In località Molinetto, esisteva un mulino, documentato nella cartografia degli inizi del sec. XIX e funzionante fino agli anni cinquanta del secolo scorso; era un mulino a due ruote orizzontali con presa d’acqua derivante dalla diga in ciottoli, posto sulla sponda destra del torrente Termina di Torre. L’edificio con impianto molitorio venne fatto costruire agli inizi dell’Ottocento da Lorenzo Bertogalli. Ultimo titolare dell’esercizio fu Piazza Dino di Urzano. Dell’impianto originale, trasformato in abitazione, non resta che il basamento in muratura del palmento.
Il Passo del Crocione alle Coste di Urzano, lungo il percorso dell’antica via del Sale sul crinale fra la Val Parma e la Val Termina di Torre, e punto di confine tra il comune di Neviano e quello di Lesignano, merita una sosta: ampio lo scenario sui castelli di Canossa, Rossena e Guardasone verso nord, nord-est, ma anche sulla pianura dove
si intravedono le città di Parma e di Reggio e persino i modernissimi Ponti di Calatrava posti sull’Autosole.
Urzano, in località Le Coste, diede i natali a Marco Pianforini (1795 - 1874),fecondo compositore di musiche rusticane che egli stesso suonava con il violino con tre sole dita, tenendo il mignolo sotto il manico dello strumento, di monferrine, ballabili, e marce di successo, fra cui la famosa Marcia degli sposi che egli stesso accompagnava con gesti e grida. Compose altresì L’aria di Mantova, La Passerina, Il ballo della lepre, La Bisagna, Caro amore.
NOTIZIE STORICHE SULLA POPOLAZIONE DEL PAESE NEL QUATTROCENTO E NEL CINQUECENTO
Dall’ estimo del sale del 1415
A Urzano le famiglie che pagano le tasse sono 19, per un totale di 72 persone di cui 3 bambini di età inferiore ai 4 anni (questi ultimi, i nobili e il clero non pagavano le tasse).
Il più ricco, di gran lunga, del paese è Giovanni Colombi (de Columbis), mezzadro dell’Abate della Badia Cavana, che, possedendo ben due case in muratura con i relativi casamenti (fabbricatelli di servizio), un pezzo di terra con viti a Camofre, un bue ed una vacca da giogo a mezzo, dieci pecore e tre maiali a mezzo con l’Abate e masserizie di un certo valore, deve pagare 192 libbre di sale.
Il secondo contribuente è Antonio Rainieri (De Raynerijs) che, con una casa e un pezzo di terra intorno, due pezzi di terra a Bibiano (uno con viti e uno a prato), due buoi da giogo, una manza, dieci tra pecore e capre, quattro maiali a mezzo e masserizie, deve pagare 94 libbre di sale.
Di seguito: Frisio da Urzano, Antonietto Gardini,
Antoniolo della Bricola, Marco dell’Alberta, Antolino di Urzano Antonio Nevi ( de la Nive), Matteo Ubaldi ( de Ubaldis), Cristone Nevi ( de la Nive), Roberto di Urzano, Antoniolo Merli ( de Merlis), Albertino della Mezzadria, ed altri.
DALLA NOVA REFORMATTIONE TAXE SALIS DEL 1462
La tassazione era sulle bocche di ogni fuoco esclusi i bambini al di sotto dei 10 anni e gli adulti oltre i 70.
A Urzano nel 1462 erano registrati 28 fuochi e gli abitanti erano stimati intorno alle 109 unità: numero significativo in quel periodo: infatti Urzano era la quarta località con il maggior numero di abitanti nel territorio di Neviano Arduini dopo Scurano, Neviano e Bazzano.Il valore medio dei beni era di 7,68 lire, tra i più elevati del territorio.
Ai Colombi ( de Columbis), Rainieri (de Raynerijs), Bricoli (de la Brichola), Nevi (de la Nive), Merli (de Merlis), Gardini e Preti (del Presbitero) si aggiungono gli Stori (de Storibus), i Marchi ( de Marchis), gli Antolini (de Antolino), gli Zocchi ( de Zuchis) e Valle (de la Vale).
Nel Zornale imbotature vini Porte Nove del 1535 in cui si tassa l’imbottatura del vino, a Urzano 29 famiglie producono 21.351 litri di vino pari a 13,3 litri /biolca e 736 litri per famiglia.
Il maggior produttore è Antonello de la Braja seguito da Giovanni Baldi (de Baldis)
Oltre alle precedenti famiglie sono menzionate: Baldi, Tuarisi (de Tuariso), De la Ninna, Lancia (de Lancia) e Bianchi ( de Bianchus).
DAL CENSIMENTO DEL 1581: UOMINI E BESTIAME
Gli incaricati del Ducato di Parma, con la collaborazione dei consoli e dei mistrali, di ogni nucleo famigliare ( foco),rilevarono nome e cognome del capofamiglia ,numero dei componenti (boche), con esclusione dei minori di sette anni, numero dei bovini (bestiami grossi) e numero dei caprini-ovini (bestiami minuti).
Urzano contava 257 abitanti, 50 famiglie, 587 capi di bestiame, in media 3 bovini e 8,7 caprini-ovini per famiglia.
Alle precedenti famiglie si aggiungono: de Tratta, de Cavirani, de Massari, Tondello, de Ghirardoni, della Monica, del Varino.
Famiglie come i Cotti, gli Ilariuzzi, i Piazza etc, pur essendo già presenti in paese fin dal XV secolo, come si desume da altri documenti, non compaiono come tali negli estimi citati: probabilmente, tali famiglie sono state altrimenti identificate o con la località di residenza, es: Roberto di Urzano, Albertino della Mezzadria, o con un particolare capostipite, es: Marco dell’Alberta.
Elegante equilibrio costruttivo e antichità si fondono nella prestigiosa casa a torre della famiglia Bonfanti.
"Cecco", undipinto di Bruno Bricoli.
Sopra: La fontana di Bibbiano.
A lato: La canonica della chiesa parrocchiale di Urzano
A Lato: L'imponente profilo di casa Bricoli.
Sopra: Appassionati di storia locale e turisti in visita al "Crocione".
Sopra: La grossa conchiglia, detta "lumega", con la quale in passato i fedeli venivano chiamati alla recita del rosario.
A lato: Bifora seicentesca del campanile
Sotto: Turisti in visita a Casa Bricoli.
Sopra: L'artistico portale di una abitazione del paese.
Sopra: Turisti in visita a Casa Bonfanti.
A lato: In questo quadro di Colibrì, "La signora maestra", è raffigurata Olga Rondani, per tanti anni insegnante a Urzano.