GLI ARTICOLI SU MONTEPIANO
Anno 2 - Numero 20
STORIA DI TRE CHIESE E DEI LORO TERRITORI
LA PIEVE DI BAZZANO,
L'ORATORIO DI MORAGNANO,
LA PARROCCHIALE DI NEVIANO ARDUINI
di Maria Cristina Curti
Il Quaderno n 4, ultimo volume in ordine di tempo pubblicato dal Centro Studi delle Valli del Termina, è dedicato a tre edifici ecclesiastici posti nei comuni di Neviano degli Arduini e Tizzano Val Parma. Tre storie, narrate da diversi autori, dove si delinea la descrizione delle architetture ma anche il racconto dei territori circostanti, delle famiglie ivi regnanti e delle comunità che vissero sotto i loro campanili.
Tre costruzioni diverse per epoca di fondazione, trasformazioni e destino: l’oratorio della SS. Trinità di Moragnano, edifico rinascimentale a pianta centrale già dotato di romitorio e oggi in stato di abbandono; l’antica pieve di Sant’Ambrogio di Bazzano, chiesa battesimale medievale ricostruita nei sex XI e XII e profondamente trasformata nei secoli successivi; la chiesa di Sant’Eufemia di Neviano degli Arduini, modesto edificio ampliato a partire dalla metà del XVIII, poi divenuta parrocchiale del capoluogo comunale del vasto territorio nevianese.
ORATORIO DI MORAGNANO
L’ampio racconto dedicato all’oratorio della SS. Trinità di Moragnano, a cura di Francesca Bazzoni, si apre con la descrizione del paesaggio storico comprendente la fitta rete di percorsi che attraversava l’Appennino in epoca medievale, tra pievi, xenodochi e monasteri nel lungo cammino verso Roma; ma anche la storia dei regnanti e delle famiglie che esercitarono il potere su questi luoghi, seguita dalla cartografia storica con immagini di mappe d’archivio dei sec.XVI - XVII e XVIII fino alle planimetrie catastali dei sec. XIX e XX.
L’oratorio, costruito su pianta centrale secondo una tipologia tradizionalmente considerata innovativa nell’architettura quattro- cinquecentesca, è qui messo a confronto con altri esempi coevi e più illustri ma analoghi per dimensioni e proporzioni geometriche. Resta comunque una tipologia poco frequente, quella degli edifici a pianta centrale, che fa di Moragnano un caso atipico sia rispetto al territorio appenninico sia rispetto ad un ambito più vasto. Una tipologia che, secondo recenti studi, fu probabilmente determinata dal volere di una committenza aristocratica- principesca ancorché della Chiesa locale, oppure impiegata per ricordare un fatto miracoloso avvenuto in un determinato luogo; dunque generato da finalità connesse sia alle forme di religiosità locale, sia alla gestione del potenziale vantaggio proveniente dal flusso dei pellegrini e dei fedeli.
Un edificio enigmatico dalle fattezze architettoniche dunque più consone ad un edificio urbano che ad un luogo isolato sulle alture dell’Appennino: un gioiello in stato d’abbandono che varrebbe la pena di salvare, ma forse già irrimediabilmente compromesso e condannato all’oblio.
LA PIEVE DI BAZZANO
Dalle fattezze inusuali dell’oratorio di Moragnano ad un tipico esempio di pieve di antica fondazione: la chiesa di sant’Ambrogio di Bazzano, descritta da Alberto Bordi, Sauro Rossi e Marco Zarotti, dalla sua fondazione, già documentata nell’alto medioevo, alla sua ricostruzione fra il secolo XI e XII, un edificio a tre navate concluse forse da absidi con transetto sporgente, realizzato secondo un modello planimetrico, di derivazione monastica, connesso all’affermarsi della riforma gregoriana, ai profondi mutamenti apportati tra i secoli XVI e XVIII sec. generati dai precetti religiosi emanati dopo il Concilio di Trento volti a ristabilire il ruolo sociale e la preminenza culturale della Chiesa nelle strutture delle chiese locali. Infine le ristrutturazioni eseguite tra ‘800 e ‘900 secondo le linee che possiamo osservare ancora oggi.
Oltre alle vicende architettoniche delle pieve, vengono considerati altri elementi cruciali che condizionarono i due versanti della media Val d’Enza quali: la rete dei percorsi medievali tra cui la Strada del sale, percorso transappenninico parallelo e alternativo alla Via Francigena di monte Bardone, e l’alternanza della sovranità politica e religiosa che nel corso di alcuni secoli determinò lo spostamento dei confini fra due stati: il ducato parmense e quello modenese. Il territorio soggetto alla pieve di Bazzano fu direttamente interessato da questa alternanza dei poteri, sbalestrata come fu sempre tra Parma e Reggio tanto che talune parrocchie non sapevano bene a quali diocesi appartenessero, come rilevò mons. Francesco Magani agli inizi del Novecento. La questione fu risolta solo alla metà del XIX secolo, con la rettificazione dei confini nel 1848 e il ripristino della dipendenza ecclesiastica alla diocesi di Parma nel 1856. Il contributo sulla storia della chiesa di sant’Ambrogio è inoltre arricchito dalle tavole grafiche planimetriche e assometriche che evidenziano le varie fasi costruttive dell’edificio. Da non dimenticare infine il rilevante fonte battesimale ricavato da un unico blocco di pietra scolpita, di forma ottagonale, variamente assegnato dal VII-VIII al XII-XII sec.: presenta sulle otto facce figurazioni scolpite, separate tra loro da colonnine angolari, quasi a formare delle edicole. Vi sono raffigurati con un modellato a forte rilievo, in posizione contrapposta e in senso antiorario, la Vergine Annun-ciata, San Giovanni Battista, il Cristo benedicente, due colombe che si abbeverano ad un’ampolla, l’Angelo An-nunciante, l’Agnus Dei, un chierico e un leone che tiene tra le fauci un cartiglio (il leone simbolo di San Marco ?).
Da una Relazione dei lavori compiuti dall’Ufficio Regionale per la conservazione dei monumenti dell’Emilia, pubblicata nel 1901 a cura dell’ing. Raffaele Faccioli, apprendiamo che: la Fabbriceria della chiesa di Bazzano dovendo eseguire lavori di restauro alla chiesa stessa, e mancando di mezzi, aveva presentato domanda di poter vendere la vasca battesimale(…) per impiegare la somma nei lavori di restauro della chiesa. L’Ufficio regionale non concesse il nulla osta alla vendita ma propose al Ministero della P.I. un indennizzo di 500 lire per agevolare l’effettuazione dei lavori, e il fonte battesimale, unico avanzo dell’antica pieve, rimase a Bazzano dove si può ammirare ancora oggi.
Un’interessante “Appendice documentaria” conclude gli articoli di Moragnano e di Bazzano proponendo integralmente la trascrizione di tutti i documenti ritrovati e utilizzati per la ricostruzione delle vicende storiche dei due edifici.
CHIESA DI NEVIANO DEGLI ARDUINI
Infine le vicende nevianesi a cura di Camillo Bertogalli, con la storia dell’antica parrocchiale di Sant’Eufemia tratta da un manoscritto degli anni trenta del Novecento ritrovato nell’archivio di famiglia e redatto da un suo illustre predecessore: l’ing. Attilio Bertogalli, seguono alcuni cenni sulla vita di questi che fu personaggio di spicco nel paese, uomo di cultura e sindaco per oltre cinque lustri fino all’avvento del fascismo. Infine alcune brevi note sulla famiglia da Palù dal cui capostipite Arduino, capitano matildico discende la denominazione di Neviano degli Arduini. In questo collage di memorie una curiosa cartolina d’epoca solletica la nostra curiosità: si tratta di una foto della chiesa e della canonica su cui campeggiano iscrizioni di fede e preghiera. Risale al 1950 e fu pubblicata su molti giornali italiani e stranieri in occasione della diatriba tra il parroco e il sindaco circa l’eventualità di tassare la scritta perché ritenuta una pubblicità a favore della chiesa; la memoria corre subito, per associazione, al Mondo Piccolo di Guareschi che narrò in negli stessi anni, la saga dei due antagonisti: Don Camillo e il sindaco Giuseppe Bottazzi detto Peppone.
Tre edifici diversi: ciascuno racconta un lungo viaggio intriso di ricordi qui riuniti per continuare l’opera intrapresa diversi anni or sono dal Centro Studi delle Valli del Termina, volta a raccogliere ogni ricordo da custodire o testimonianze da difendere: altri tasselli della nostra storia.
Interno dell'oratorio di Moragnano: la cappella della Madonna del Sacro Rosario nel braccio Nord, con i resti dell'altare a scagliola di probabile fattura secentesca.
La facciata e il campanile (costruito tra il 1869 e il 1876) della pieve di Bazzano.
La chiesa di Neviano nel 1950. Divenne famosa per la diatriba tra il sindaco e il parroco sull'opportunità di tassare la scritta sulla canonica perchè ritenuta una pubblicità per la Chiesa
Il fonte battesimale in pietra, di forma ottagonale con figure scolpite a rilirvosu tutte le faccie: la principale testimonianza del periodo romanicoconservata nella pieve di Bazzano.
Spaccati assonometrici con le fasi edilizie della pieve di Bazzano, da sin. a destra: l’impianto medievale a tre navate e la copertura lignea a vista; l’edificio in età moderna con le modifiche del presbiterio e la costruzione delle volte di copertura; la costruzione attuale con le modifiche otto-novecentesche (erezione del campanile, dell’abside e di nuove cappelle, sovralzo della copertura