GLI ARTICOLI SU MONTEPIANO
Anno 2 - Numero 14
LA DIETA NELLA PREVENZIONE DELLA
NEOPLASIA PROSTATICA
COME DIFENDERSI DA UNA GRAVE MALATTIA MOLTO DIFFUSA
di Bruno Monica
Il Carcinoma prostatico è la seconda causa di morte per neoplasia negli uomini; negli ultimi anni, negli Stati Uniti sono stati diagnosticati 180.400 nuovi casi, con 31.900 decessi, e in Italia 13.600 nuovi casi, con una mortalità di circa l'8%.
La malattia comporta un grande impatto epidemiologico, con relativo risvolto economico sia per i pazienti sia per il servizio sanitario e il concetto che sta prendendo sempre più piede è relativo alla vera prevenzione primaria, cioè alla messa in atto di interventi a livello ambientale e/ igenico-comportamentale finalizzati alla funzione dei fattori di rischio e, nel contempo, al potenziamento dei fattori protettivi.
FATTORI DI RISCHIO
Per il carcinoma prostatico, i principali fattori di rischio sono: l'età (più aumenta più ci ammala di carcinoma prostatico), la razza (i neri sono più colpiti dei caucasici, meno gli orientali), l'anamnesi positiva per familiarità (con rischio di 30 volte superiore in un figlio o in un nipote di un soggetto che ha avuto un tumore prostatico) e la stimolazione androgenica.
Le significative variazioni dei tassi di mortalità per neoplasia prostatica osservate in differenti paesi suggeriscono anche un'influenza dell'ambiente sull'eziologia di questa malattia.
Numerosi lavori scientifici hanno osservato che, tra i Giapponesi ed i Cinesi emigrati a San Francisco, nella prima generazione di americani-asiatici, l'incidenza del carcinoma prostatico era da tre a sette volte superiore rispetto a quella degli uomini rimasti in patria, per cui gli uomini provenienti da nazioni abassa incidenza di tumore prostattico (Asia e Cina) tendono, progressivamente, ad allinearsi alla realtà del paese che li ospita.
Studi clinici ed epidemiologici hanno trovato una serie sempre più convincente di conferme all'ipotesi di un coinvolgimento diretto delle abitudini dietetiche nell'insorgenza e nell'evoluzione del carcinoma prostatico.
Oggi il rapporto tra una dieta ricca di grassi e l'insorgenza della neoplasia prostatica rappresenta un fatto accertato e, per quanto riguarda i meccanismi che regolano questa associazione, gli esperti suggeriscono i livelli aumentati di androgeni (il carcinoma prostatico è androgeno-dipendente), lo stress ossidativo cellulare (i grassi presenti nella dieta rappresentano il substrato per i radicali liberi dell'ossigeno), i pesticidi lipofili che possono trovare spazio nella catena alimentare ed alcuni acidi grassi, come l'acido archidonico che aumenta la proliferazione delle cellule cancerogene.
L'AZIONE PROTETTIVA DELLA SOIA E DEL TE' VERDE, MA NON SOLO...
La bassa incidenza di carcinoma prostatico negli uomini che vivono nei paesi asiatici sembra correlata ad una dieta ricca di proteine della soia (contiene isoflavonoidi come la genisteina) e di Tè verde (contiene catechine).
Molti autori ritengono che la vitamina E ed il selenio siano potenti induttori dell'arresto del ciclo delle cellule tumorali neoplastiche.
Similmente i derivati della vitamina A riscontrabili in alimenti come i pomodori, i beta-caroteni e la formula attiva della vitamina D sembrano avere un'azione protettiva nei confronti della neoplasia prostatica.
RACCOMANDAZIONI E CONSIGLI
- Ridurre l'assunzione dei grassi: diminuirà il rischio non solo di sviluppare il tumore, ma anche quello di malattie cardio-vascolari.
- Incoraggiare l'incremento del consumo dei prodotti derivati dalla soia, quali il latte di soia, il pane di soia..... e così pure il tè verde.
- Aggiungere nella dieta il selenio, che viene assorbito sotto forma di seleniometionina e che proviene da vegetali come l'aglio e le patate.
- Aumentare l'assunzione di vitamina E, la cui forma attiva (alfatocoferolo) presente nel latte, nel pesce, nei cereali, nei legumi, negli oli
vegetali, esplica un'intensa attività antiossidante.
- Utilizzare la salsa di pomodoro, che contiene licopene, carotenoide ad effetto protettivo nei confronti delle cellule neoplastiche prostatiche.
Il licopene si trova anche nella frutta (pompelmo, anguria e papaia) e in alcune verdure (zucchine e carote).
- Moderare il consumo di carni bovine e suine a favore di carni alternative come pesce, pollo, tacchino.
- Dare la preferenza agli alimenti di origine vegetale, soprattutto ortaggi, legumi, frutta fresca ed utilizzare come condimento
prevalente l'olio di oliva extravergine.
- L'assunzione di vino rosso è permessa (contiene resveratrolo e isoflavonoidi), purchè ingerito in piccole quantità durante i pasti.
La rivalutazione degli alimenti consigliati ricchi di microcomponenti (carotenoidi, polifenoli, isoflavonoidi etc...) è significativamente importante ai fini della prevenzione. Infatti, la carenza di difese antiossidanti può generare uno stress ossidativo per la diminuzione di radicali liberi che possono indurre mutazioni tali da trasformare la cellula con potenzialità cancerogene.
DIETA ORIENTALE-MEDITERRANEA, LA MIGLIORE...
Da questi consigli emerge che la composizione di una dieta ottimale ha le caratteristiche di una dieta orientale-mediterranea, che non è nociva, non è particolarmente costosa, è accettabile dal palato più raffinato ed offre una buona probabilità di ridurre il rischio di ammalarsi di carcinoma prostatico.
In passato ci siamo occupati solo di combattere la cellula tumorale. Oggi, invece, la terapia è una terapia sinergica in cui si cercano di combattere i fattori che hanno determinato lo sviluppo del tumore prostatico, ma fondamentalmente si cerca di fare terreno bruciato intorno alla cellula tumorale, alterando quel microambiente dove la cellula si può sviluppare, duplicare, crescere e diffondere.
Le raccomandazioni dietetiche sono soltanto un aspetto della terapia preventiva; ad esse si devono aggiungere modificazioni dello stile di vita riguardanti la regolare pratica di attività fisica e la riduzione dello stress.
Il dottor Bruno Monica è il primario dell'unità Operativa complessa di Urologia dell'ospedale di Guiastalla - ASL di Reggio Emilia.