GLI ARTICOLI SU MONTEPIANO
Anno 2 - Numero 12
Prospettive di rinascita per l'area
intorno al Monte Fuso
di Elda Cotti
Veduta absidale della chiesa di Bazzano.
Citata fin dal 920 e definita "pieve" nel 1004,perchè vi si praticava i Battesimo, nella chiesa di Bazzano spicca uno stupendo fonte battesimale in pietra arenaria a forma ottagonale e con sculture a rilievo su ogni faccia. Mentre nella seconda metà del Seicento si procede all'inversione dell'orientamento dell'edificio, disponendo la facciata verso l'abitato e la zona absidale verso la valle, nel secolo successivo fu realizzata la prima cappella a sinistra, in cui si trova attualmente il fonte battesimale. Tra il 1870 e il 1876 poi fu eretto il campanile e, nel 1896, assieme al prolungamento dell'abside principale, si costruirono le cappelle laterali.
Conoscere, far conoscere e valorizzare il territorio delle Valli del Termina è il principale obbiettivo dello statuto del Centro Studi delle Valli del Termina che, nell'elaborazione di idee volte al recupero dello spessore economico e culturale del territorio, in quest'ultimo anno ha collaborato con la facoltà di Economia dell'Università degli Studi di Parma alla stesura di un progetto di valorizzazione del comprensorio, in particolare la zona del Monte Fuso, area geografica "periferica" dei tre comuni Neviano degli Arduini, Tizzano, Palanzano.
"PERCORSI DI SVILUPPO PER UN'AREA FRAGILE"
La ricerca su questo tema è stata presentata il 13 dicembre 2008 dal sindaco di Neviano degli Arduini, con il patrocinio dell'Università degli Studi di Parma, della Provincia di Parma, e della Comunità Montana Est.
L'area oggetto dello studio si colloca al confine fra le province di Parma e Reggio. Il comune di riferimento è Neviano, il più esteso e popoloso. Il territorio presenta le problematiche di una vera e propria zona di confine, caratterizzata fin dalla seconda metà del secolo scorso da uno spopolamento graduale a vantaggio delle aree pedemontane che, coinvolte nel processo di industrializzazione, ne hanno assorbito risorse e manodopera, limitando così nel tempo le prospettive di sviluppo montano.
Alcuni elementi connotativi e significativi di criticità per definire la zona "area fragile" sono: il depauperamento demografico, l'elevato rischio frane aumentato anche dall'abbandono massiccio delle colture, la complessa morfologia del terreno, il tessuto viario altamente insufficiente.
Il punto di partenza dello studio non era incoraggiante. La domanda del Centro Studi: "E' già segnato il destino per il Comune di Neviano (compreso nel 65% dei comuni d'Italia collocati in aree marginali) o c'è la possibilità di migliorare questa realtà? E come si spezza questo cerchio?". E' partita la ricerca, a testimonianza che del destino di quest'area fragile nulla ancora è stato scritto.
Valentina Albanese, ricercatrice dell'Università, coordinata da Franca Miani, ordinario di Geografia politico economica, ha effettuato sopralluoghi per analizzare il territorio, verificarne le ipotesi di valorizzazione e valutare gli strumenti per intervenire.
Incisivo l'approccio al paesaggio visibile: colline rigogliose, antiche corti agricole e abitazioni la cui ristrutturazione ha riportato alla luce la pietra arenaria del luogo, in armonia con la campagna circostante, ricca di castagneti, natura sfruttata un tempo dall'uomo e tornata quasi incontaminata.
Oltre queste peculiarità ambientali e paesaggistiche, altri elementi significativi, veri e propri punti di forza per valorizzare l'area, sono:
1) La pietra arenaria del territorio intorno alla cui lavorazione ,dai cavatori agli anonimi maestri scalpellini, ruotava la comunità, lavorazione oggi purtroppo quasi estinta per mancanza di ricambio generazionale, di trasmissione della memoria e della maestria.
2) Il "marrone del Monte Fuso", cibo che ha accompagnato la vita di intere generazioni di queste terre povere, di cui gli essicatoi, adibiti alla sua disidratazione con metodi antichissimi, sono una testimonianza.
3) L'Oasi Biologica Nevianese che, con le sue 140 aziende, ha saputo trovare le risorse al proprio interno, producendo ricchezza secondo natura.
4) La rassegna"Mercati, svaghi e degustazioni", sorta di mercato itinerante nelle frazioni del comune dedicata ai prodotti del luogo.
5) Il Museo Uomo-Ambiente a Bazzano: un'antica torre ospita allestimenti temporanei a tema: la filiera della canapa, il vino, i giochi di una volta; temi simbolo della vita e della storia della popolazione contadina del territorio.
6) Il Museo storico dei lucchetti a Cedogno, unico al mondo dedicato a questa serratura portatile.
7) L'Oasi del Monte Fuso: area faunistica protetta che offre agli appassionati dell'ambiente percorsi naturalistici ed escursioni a piedi o in mountain-bike, immersi in una natura ricca di flora spontanea e fauna di bosco, oggetto di attività didattiche presso il Centro omonimo.
8) La presenza di pievi romaniche lungo il percorso dei pellegrini verso i luoghi sacri: la pieve di Bazzano, di Sasso, di Scurano, di Moragnano; presenze religiose del Medioevo che, nel corso della storia, hanno impresso caratteri dal valore sociale e politico.
RECUPERO DELLA CULTURA DELLA
IDENTITA'
Analizzando il territorio, l'autrice ha indicato, come prima fase di un corretto progetto di valorizzazione il recupero della cultura dell'identità da parte della popolazione locale, inteso come riappropriazione da parte degli abitanti del rapporto con la loro storia, arte, usi e tradizioni.
Un'identità fatta di risorse tangibili, patrimonio e relazioni che concorrono a definire il valore culturale del luogo e ravvivano il senso di appartenenza.
TURISMO RELIGIOSO
La zona del Monte Fuso, percorsa dai flussi di pellegrini che dal Nord Europa, attraverso la Strada dei Linari raggiungevano Roma, si è arricchita di pievi romaniche che, ben incastonate nel paesaggio, disvelano la loro bellezza, custodendo accanto a chiese, canoniche, oratori, maestà e fontane da segnalare e da proteggere, la preziosa eredità scalpellata, scolpita, scritta nella pietra , tracciata nella tela, intagliata nel legno, forgiata e modellata nel ferro.
Si tratta di un cammino lungo un territorio dove la fede possiede una propria forza vitale, un viaggio nell'animo e nei luoghi a cui ciascun pellegrino aggiungerà la propria sensibilità, alla ricerca di oasi di silenzio, incontro e dialogo con altri pellegrini.
L'attenzione alle pievi ed ai luoghi di culto, intersezione di legame fra fede e cultura, storia e tradizioni, rappresenta anche una possibilità di conoscenza del territorio dal punto di vista storico e architettonico, destinazione di un turismo di qualità, produttivo tutto l'anno.
Occorrerà rafforzare il tessuto viario ed un'accurata segnaletica lungo il percorso, insieme ad un coinvolgimento degli abitanti per rendere gradevole il passaggio e la sosta dei visitatori richiamati dal valore spirituale del monumento religioso e alla ricerca dei sapori genuini dell'antica tradizione contadina., elementi connotativi del turismo eno-gastronomico.
TURISMO ENOGASTRONOMICO.
Ogni paese ha un piatto, da offrire nella sua sagra: preparato nel rispetto di antiche ricette dalle mani di esperte massaie che riportano alla memoria sapori e odori ormai dimenticati, facendo riaffiorare immagini famigliari nitide di una cultura locale che sopravvive anche nell'arte culinaria.
Infinite varietà e differenze costituiscono un'ampia scelta di prodotti gastronomici e biologici che sarebbe bene censire come prodotti tipici del territorio per evitare l'omologazione delle diversità e la perdita delle tradizioni. Ideale il recupero di tutte le varietà di piante da frutto e non, un tempo caratteristiche della zona.
Auspicabile pubblicizzare, anche con eventi e tramite internet (rete di comunicazione indispensabile) una terra non sempre generosa con chi ha avuto il merito di conservare nei suoi piatti la tradizione del "mangiare di una volta", ma soprattutto l'accurata lavorazione artigianale messa in pericolo dalla standardizzazione del gusto e dal cammino sempre più rapido verso il "mondo globale".
La varietà di prodotti gastronomici invita il turista ad un contatto più diretto con la natura, al desiderio di un ambiente incontaminato.
E proprio in questa aspettativa sta un altro punto di forza del territorio: area di risorsa per un turismo rurale.
Per convincere gli abitanti a "restare" occorre che ogni progetto venga avvertito come propria iniziativa di valorizzazione territoriale. Sono gli attori locali, attraverso il valore dell'identità, a rendere vitali i luoghi e non semplici Disneyland.
L'autrice, esplorando le risorse istituzionali isponibili, ha dedotto che ìl territorio possiede requisiti di interesse naturalistico, coltivazioni biologiche e, risorsa fondamentale da preservare, l'ambiente caratterizzante del paesaggio regionale, condizioni per ottenere finanziamenti regionali ed un rilascio di certificazione ambientale.
Le tipologie di turismo da incentivare, assecondando le vocazioni del territorio, sono: turismo religioso, eno-gastronomico e rurale.
Sora; Pieve di Sasso.
Costruita prima del Mille e già menzionata ufficialmente nel 1004, questa chiesa (che sorge su una collinetta a 715 metri d'altitudine e che nel 1230 aveva alle proprie dipendenze 14 cappelle della Val d'Enza) venne rifatta (in pietra grezza e sassi squadrati in maniera sommaria) per volontà di Matilde di Canossa nel 1080. Nel medioevo fungeva anche da luogo di sosta e di ristoro per i pellegrini e i viandanti in transito lungo la strada dei Linari ed il passo di Lagastrello. Di particolare interesse sono, oltre al tetto in lastre di arenaria, gli archetti pensili che si notano sulla facciata, si fianchi e sulle absididi quest'edificio di culto romanico. All'interno, nella prima campata di sinistra, è stato ricomposto (con lastre romaniche, ornate da bassorilievi) il fonte battesimale. Il campanile è stato ricostruito nel 1947 in stile neoromanico.
Chiesa di Moragnano. Già dipendente della chiesa di Sasso, questa chiesa è contraddistinta sopratutto dalle circa 20.000 iscrizioni e incisioni rupestri che (realizzate dall'epoca celtica a quella moderna) si notano sui muri interni ed esterni delle navate e dell'abside. Sono degni di nota i due portali in pietra gialla locale (con coronamento ad archetti) e la zona absidale.
A lato: Veduta laterale e facciata della chiesa di Bazzano
A lato: La copertura a piagne e veduta della della facciata della Pieve di Sasso
Finestra strombata della chiesa di Moragnano