GLI ARTICOLI SU MONTEPIANO
Anno 2 - Numero 10
Due Calcare Romane ritrovate a Mediano di Neviano Arduini
di Angelo Ghiretti
Ecco come appare la prima calcara a scavo finalmente Completato
Lo scavo della calcara è terminato ma.... affiora una seconda calcara più antica, tagliata nella precedente (anello di cotto rossastro riconoscibile in basso)
Anche la costruzione di un garage può riservare sorprese. Ne sa qualcosa Albertino Albertini, impresario-proprietario autorizzato dal Comune a costruirsi l'autorimessa, quando nell'agosto 2005, iniziando a scavare dietro l'abitazione che ospita il Bar Traguardo a Mediano, si è accorto di un grande anello in terreno cotto,del diametro di oltre due metri e dello spessore di circa 15 cm, che stava affiorando dal sottosuolo. Appassionato da sempre della storia antica della sua valle Bettino (qui lo chiamano tutti così) non ha esitato a contattare prima la Sovraintendenza Archeologica e quindi il sottoscritto per procedere alla bonifica archeologica del terreno e cominciare la costruzione in progetto. E' stata quindi avviata, nei primi giorni di settembre di 4 anni fa, una campagna di scavi archeologici, da me condotta sotto la direzione della dott.sa Manuela Catarsi della Soprintendenza e la collaborazione costante di Alessandro Garbasi, allora studente al III anno del corso di laurea in Beni Artistici dell'Ateneo Parmense, residente a pochi passi dal ritrovamento.
Dopo Una prima pulizia, ci si è resi conto di avere a che fare con il forno di una antica fornace. Si è però dovuto attendere lo scavo dell'intera struttura per comprendere che non di una fornace per laterizi si trattava, bensì di una antica calcara, che i primi dati a disposizione indicavano essere del periodo tardo-romano (III-IV secolo dopo Cristo). A parte la cupola del forno, distrutta probabilmente già in antico per il recupero dell'ultima infornata, la calcara era ancora abbastanza conservata e riconoscibile, nei tratti in elevato, fino ad un metro e ottanta centimetri d'altezza per due metri di larghezza.
Come è noto le calcare erano strutture adibite alla produzione di calce viva, un prodotto ottenuto cuocendo a 900° per alcuni giorni pietrame calcareo impilato all'interno del forno. Ottenuta la calce viva le pietre, divenute d'aspetto pulverulento, sarebbero poi state spente in acqua (calce spenta) e quindi mescolate con inerti (sabbia) per ottenere la preziosa malta, impasto indispensabile al consolidamento dei muri di pietra e mattoni.
A scavo ultimato, sulle pareti della calcara si sono riconosciuti i segni dello strumento romano impiegato per scavarla nel terreno, una sorta di nostro piccone ma d'oltre 1500 anni fa, segni che sono rimasti in quanto consolidatisi al calore. Sul piano basale del forno affioravano invece due profonde canalette, disposte a croce, usate evidentemente sia per migliorare il tiraggio che per asportare regolarmente la cenere prodotta dalle ingenti quantità di fascine, indispensabili a mantenere costante l'alta temperatura richiesta. Purtroppo,come negli altri casi di indagini nelle calcare, anche la nostra non si smentiva in fatto di penuria di reperti: solo pochi frammenti ceramica e qualche laterizio genericamente attribuibili all'epoca romana. Una precisazione maggiore doveva venire però dal rinvenimento di un grano di collana in vetro blu, romano del III-IV secolo d.C., ritrovato dal visitatore Francesco Garbasi, noto occhio di lince (e studente di materie archeologiche all'Università di Parma), proprio a ridosso della parete esterna della fornace.
Le sorprese non erano finite. Terminata l'indagine nella calcara, un'altra simile e più antica, sempre a fossa ricavata nel terreno, veniva identificata con il prosieguo della ricerca ad un metro di distanza dalla precedente. Questa volta ne rimaneva però circa la metà, essendo stata inconsapevolmente tagliata, tempi addietro, durante i rifacimenti dell'area cortilizia. Sul fondo del forno erano presenti frammenti di ceramiche romane del II-III secolo dopo Cristo; una datazione più precisa di


La calcara tardo-romana di Mediano, anche in considerazione del tipo di tiraggio riscontrato, ha la base cruciforme e non presenta confronti in Emilia Romagna. Costituisce un'attestazione scientificamente interessante della romanità del luogo, ora tramandata ai posteri con l'asportazione della medesima struttura, avvenuta nei mesi scorsi dopo un lunghissimo iter formale tra Sopraintendenza e Comune di Neviano, vicenda che ha messo a dura prova la pazienza del proprietario nonchè l'encomiabile senso civico dimostrato. Per merito suo, la nostra calcara dorme ora un sonno tranquillo in un deposito locale, dal quale potrà uscire restaurata e presentarsi, in degna sistemazione, alla comunità locale appena questi tempi magri lo permetteranno.
entrambe le strutture potrà giungere qualora vengano esaminati i campioni di carbone da noi appositamente prelevati per l'esame al carbonio 14.
Volendo fornire un primo inquadramento della scoperta, occorre fare presente che queste due strutture produttive si pongono all'interno di un piccolo bacino sul fianco orientale del Monte Gavoia - quello di Mediano - all'interno del quale affiorava dal sottosuolo abbondante materia prima, lo stesso pietrame calcareo usato ancora per produrre calce dagli ultimi artigiani locali meno di cent'anni fa. Certo non è un caso se il campo attiguo a quello del ritrovamento si chiama ancor oggi ' La Fornace'. A differenza delle calcare che, nel periodo tardoantico-altomedievale, segnarono la fine della civiltà romana cuocendo i marmi che abbondanti si trovavano un po' ovunque nei luoghi pubblici cittadini (la meglio studiata è la calcara della Crypta Balbi a Roma), quelle di Mediano dovevano probabilmente fornire solo il legante necessario alla costruzione/restauro di due abitazioni romane, individuate l'una poco più a nord, a Sella di Lodrignano, l'altra a sud /ovest delle calcare, in un pianoro del Monte Gavoia.
La calcara appena scoperta durante i lavori nel retro della palazzina che ospita il Bar Traguardo a Mediano.
Si procede asportando con mezzo meccanico il terreno sterile attorno all'antica struttura, mentre gli archeologi iniziano il loro lavoro.